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Coppa Davis, Spagna KO ma la serata è per Rafa Nadal

Doppio decisivo, Koolhof-Van de Zandschulp eliminano la Spagna: Olanda in semifinale

La Spagna padrona di casa eliminata ai quarti di finale della Coppa Davis contro una super Olanda che porta a casa il doppio decisivo con un doppio tie break che esalta Koolhof-Van de Zandschulp che battono 7-6 (4) 7-6 (3) Alcaraz-Granollers, decretando la fine dell’era Nadal.

Dopo la sconfitta nel primo match di Rafa contro lo stesso Van de Zandschulp, il punto della parità era arrivato grazie a Nadal, che ha vinto a zero il tie break del primo set contro Griekspoor, chiudendo il secondo 6-3. In doppio Carlos fa coppia con Granollers ma contro si trovano un Koolhof (anche lui si ritirerà dopo la Davis) in serata di grazia che trascina il compagno nei momenti difficili.

Primo set senza break, ma al tie break gli arancioni la spuntano 7-4. Nel secondo parziale perde il servizio Van de Zandschulp, ma nell’ottavo gioco Granollers restituisce il favore. Altro tie break che gli olandesi chiudono a 3 al primo match point. In semifinale (venerdì) li attende il vincente del quarto tra Canada e Germania, in programma oggi dalle 12. Giovedì invece prima Usa-Australia e poi Italia-Argentina.

Gracias para siempre, Rafa!

Cala il sipario sulla leggendaria carriera di Rafael Nadal. La sconfitta di Carlos Alcaraz e Marcel Granollers nel decisivo doppio contro Botic van de Zandschulp e Wesley Koolhof chiude la Coppa Davis 2024 della Spagna e spalanca le porte della semifinale ai Paesi Bassi. La selezione Orange si impone in due set 7-6 7-6 e ora sfiderà la vincente tra Germania e Canada. Ma al Martin Carpena di Malaga è la serata di Nadal, una notte che purtroppo non gli ha regalato alcuna gioia: prima la sconfitta nel singolare di apertura contro van de Zandschulp, e poi la sconfitta del doppio, seguita sempre in piedi tifando con passione e dando consigli e indicazioni ai compagni, da capitano aggiunto. Niente da fare, il 22 volte campione Slam chiude qui, sicuramente non come avrebbe voluto, ma chiude qui.

La partita, durata oltre 2 ore, vede la Spagna arrancare fin dal via contro dei Paesi Bassi che hanno uno specialista del doppio come Koolhof, oltre ovviamente a van de Zandschulp. Il primo set si risolve al tie-break, la Spagna si ferma a 4 punti ed è costretta a rincorrere; nel secondo c’è la reazione veemente delle Furie Rosse, prese per mano da Alcaraz, e con la spinta del pubblico e pure di Nadal in panchina, arriva il break nel terzo game e il 3-1.

Paesi Bassi resistono alla spallata, conservano il servizio e poi nell’ottavo game fanno il controbreak per il 4-4. Da lì si prosegue sui binari dell’equilibrio, nessuno perde più il servizio e così si va di nuovo al tie-break: gli Orange si portano sul 6-3 e a chiudere il discorso è van de Zandschulp che colpisce un Granollers sulle ginocchia e fa il punto della vittoria. Un successo sorprendente, incredibile e meritato per i Paesi Bassi, sostenuti dai propri tifosi in una notte speciale, quella in cui si saluta per sempre il grande Rafa Nadal.

Nadal, è un addio amaro. Ma il pubblico è tutto per la leggenda: “‘Rafa! Rafa!”

La sua last dance doveva durare una settimana, è svanita in poche ore. Un rischio David Ferrer, capitano della nazionale spagnola, ha scelto Nadal come primo singolarista. Di fronte aveva un avversario 9 anni più giovane e 74 posti più in su nel ranking, 80 a 154. Rafa l’aveva battuto due volte su due nel 2022 al Roland Garros e a Wimbledon.

Un’era geologica fa. Oggi Nadal ha mantenuto i tic resi immortali dall’imitazione di Djokovic, la voglia di competere, l’aura di un tennista da 92 titoli con 22 Slam. Però il resto si è appassito: tra il 2023 e il 2024 ha disputato ha giocato appena 23 partite perdendone 10. “Farmi giocare è stato un rischio. C’è un capitano che deve prendere le sue decisioni e io non l’ho condizionato”. Legittimo avere dei dubbi, perché la gloria di Nadal e il suo possibile sipario pesavano come macigni su Ferrer.

Eroe fragile

Rafa ha ammesso di aver lottato contro emozioni forti, fortissime: durante l’inno gli occhi gli si sono gonfiati di lacrime: “Pensavo che poteva essere l’ultima volta che lo sentivo da giocatore professionista”. Il minuto di silenzio per le vittime di Valencia è stato anticipato dal traboccante e preoccupato entusiasmo dei tifosi che hanno intonato il loro ‘Rafa, Rafa’ per scaldare il cuore del loro eroe improvvisamente fragile. La tensione ha indurito Rafa ancor più degli acciacchi. Ha provato a cacciarla via agitando il pugno sinistro, come ai bei tempi, saltando, urlando, cercando di bucare il campo con ogni smash. Ma nonostante la pochezza di VDZ non è mai riuscito a impensierirlo.

Goditela

E chissà se è riuscito a seguire il consiglio che gli ha gridato un bambino dagli spalti: “Disfruta Rafa”, divertiti, goditela. Nadal storicamente ha fatto fatica in questo senso: “Anche nelle vittorie ho sempre cercato la parte negativa del match per migliorarmi – ricorda – ma dopo quella che può essere stata la mia ultima partita non è il caso di essere eccessivamente duro con me stesso”. Però onesto si: “Io se fossi il capitano non mi farei giocare”, ha detto in tre lingue il tennista delle Baleari quando la Spagna sognava ancora la semifinale. Improvvisamente sembrava che Rafa volesse togliere ogni responsabilità dalle spalle di Ferrer. E aveva trovato anche una chiosa quasi poetica alla sua probabile panchina a favore di Roberto Bautista: “Probabilmente questa è stata la mia ultima partita e va bene così: in Davis avevo perso solo la prima, se dovessi ritirarmi dopo aver perso l’ultima si chiuderebbe il cerchio”.

Vent’anni

Era il 6 febbraio del 2004, il 17enne Rafa debuttò a Brno perdendo con Jiri Novak. Poi in singolare 29 vittorie consecutive e cinque ‘Ensaladeras’ alzate al cielo, nello stesso 2004, poi nel 2008, 2009, 2011 e 2019. La Spagna ne ha 6 in tutto, e in quella del 2000 Rafa 14enne era portabandiera. Vent’anni e 9 mesi dopo Rafa ha di nuovo perso in Davis. E se ne va. Si ammaina il ‘Vamos Rafa’, fatto proprio da un intero popolo che si è incarnato nella voglia di superarsi di questo isolano mosso da una determinazione feroce, s’innalza il ‘Gracias Rafa’. “Sei eterno!” gli hanno gridato dagli spalti, ed è così. Come la gratitudine della Spagna tutta.

Articolo a cura di Michela Catena – Sportpress24.com

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