ATP Vienna, Lorenzo fa “il Magnifico” e mette KO Zverev: male Berrettini

Lorenzo Musetti è in semifinale all’Erste Bank Open.

Il carrarino, che dopo aver superato al debutto Lorenzo Sonego aveva beneficiato del ritiro di Gael Monfils al secondo turno, elimina nei quarti di finale la testa di serie numero uno del tabellone Alexander Zverev con il punteggio di 2-6 6-7(5) 6-4 dopo 2 ore e 36 minuti di gioco. Per il numero 2 d’Italia si tratta della seconda vittoria in carriera contro il tedesco, già battuto quest’anno in occasione dei quarti di finale dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Musetti affronterà per un posto in finale Jack Draper, vittorioso in apertura di programma su Tomas Machac.

Il match

Inizio in salita per Musetti, che perda la battuta in apertura. Zverev sembra in un primo momento inavvicinabile al servizio, ma concede qualcosa nel sesto game e l’azzurro si procura una palla break, che però non sfrutta. Il tedesco rimane dunque avanti e raddoppia il vantaggio con un nuovo break, che gli regala la certezza di chiudere il primo set.

Nel secondo arriva la reazione di Musetti, che annulla due palle break nel primo game e poi trova tre buoni punti in risposta per portarsi sullo 0-40. Zverev risale la china fino alla parità, poi commette un doppio fallo e quindi cede la battuta. Musetti sale sul 2-0 e poi allunga tenendo la battuta, ma Zverev rientra nel parziale con il break del settimo gioco.

Il tedesco manca quattro palle break che lo avrebbero portato a servire per il match e deve ricorrere al tie-break, dove Musetti si impone si impone per 7 punti a 5, allungando la partita al terzo.

Il numero 6 del seeding inizia alla grande il set decisivo aprendo addirittura con un 3-0 pesante. Nel quarto gioco arriva il sussulto di Zverev, che recupera uno dei due break di svantaggio ma Musetti resiste e a suon di magie alla fine chiude la partita non concedendo più nulla al suo avversario nella parte finale del set.

Berrettini finisce ai quarti: travolto da Kachanov

Dopo la vittoria elettrizzante agli ottavi di finale contro Tiafoe, Matteo Berrettini chiude la sua avventura all’Atp di Vienna con un ko amaro con Karen Khachanov. L’azzurro paga soprattutto un primo set in cui il servizio tocca percentuali troppo basse per poter mettere in difficoltà il pimpante russo, protagonista di una delle migliori gare del suo 2024.

Khachanov vince 6-1 6-4 in neanche un’ora e venti e avanza in semifinale dove incontrerà il vincente della sfida fra Mensik e De Minaur. Sfuma il sogno di portare un altro azzurro avanti in quel di Vienna, dopo la spettacolare vittoria di Musetti contro Zverev nel pomeriggio.

Brutto primo set

La sfida col russo mancava dal 2021 (triplo tie break vinto da Matteo all’Australian Open, tre ore elettriche) e parte malissimo: Berrettini si incarta al servizio concedendo subito cinque chance di break all’avversario. Prova a tirarsene fuori come può fra servizio e accelerazioni, ma la quinta è fatale e favorisce Khachanov.

Che serve sfondando il 90% di punti con la prima e si porta sul 3-0. L’azzurro è rigido, gli serve un game della svolta: arriva sul suo servizio. Perché Matteo, visibilmente imballato nello scambio, va sotto 0-40 concedendo quindi tre ulteriori palle break, ma ne esce con un punto più bello dell’altro fra accelerazioni, volée e smorzate.

Il russo insiste, ne costruisce un’altra ma viene bloccato. E Berrettini entra finalmente in partita, dopo due turni di servizio in apnea. Risolta la sterilità alla battuta, l’azzurro cerca il mattoncino del break in risposta, ma Khachanov gioca un primo set ai limiti della perfezione, confermando la sua pericolosità sul veloce indoor e prendendosi un altro break che lo porta, sul 5-1, a servire per prendersi il set. Matteo intuisce che il primo parziale sia ormai svanito e prova a resettare in vista del secondo, con l’idea di ritrovare prima di tutto il martello al servizio: solo il 56% di punti vinti con la prima, un’inezia rispetto al set perfetto di Khachanov che chiude in 37 minuti.

Illusione

Ritmi veloci anche nel secondo parziale: Matteo ingrana e comincia a calare anche i primi ace pesanti, mentre Khachanov nei game al servizio scende volentieri a rete: 2-2, equilibrio. Berrettini è implacabile al servizio, lasciando a zero l’avversario e lasciando intuire di aver carburato come nella fase decisiva dell’ottavo di finale contro Tiafoe: l’azzurro sale sul 4-3 e aspetta con pazienza di tessere la trama vincente in risposta per risparmiarsi il tie break.

La chance potrebbe capitare al game successivo, con Khachanov incartato sul 40-40 e costretto ai vantaggi: il russo però se la cava approfittando prima di un errore dell’azzurro nello scambio e poi forzandolo all’errore in accelerazione. E anzi, lo sorprende al successivo turno di battuta: la prima di Berrettini non entra più, il russo ne approfitta e lo lascia addirittura a zero, portandosi sul 5-4 e potendo quindi servire per il match.

Matteo a questo punto molla gli ormeggi e può soltanto andare all’arrembaggio per rimettere in piedi un venerdì stortissimo. E si procura due palle per il contro-break chiamando all’errore non forzato l’avversario. L’all in di Berrettini per soggiornare almeno un’altra notte a Vienna però fallisce in entrambe le occasioni, perché il suo dritto si spegne in corridoi. Khachanov si salva e riesce a portarla ai vantaggi, dove non trema più: finisce 6-1 6-4. E Matteo è costretto a fare i conti con un grosso passo indietro rispetto all’esaltante ottavo con Tiafoe. La fotografia della sua gara è in un dato: 27 errori non forzati, più del doppio rispetto agli 11 di Khachanov.

Articolo a cura di Michela Catena – Sportpress24.com

 

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