Arrigo Sacchi, a PordenoneLegge, presenta il suo ultimo libro: “Il realista visionario”

Arrigo Sacchi ha presentato, durante la rassegna letteraria PordenoneLegge, il suo ultimo libro: “Il realista visionario –  regole per cambiare le regole”.

Il Mondiale del ’94

L’ex allenatore di Parma, Milan e Nazionale ha esordito definendo, sia Roberto Baggio che Franco Baresi, due autentici eroi del calcio mondiale. Il mister emiliano ha aperto l’incontro con una polemica sulla nazionale del 2004. “La nostra intenzione era quella di allenarci sulla costa occidentale. Già due anni prima avevamo visitato entrambe le coste statunitensi, ci eravamo accorti che nella costa ad Est, anche la notte, la temperatura non scendeva mai sotto 40 °. Ci dissero che il presidente del consiglio Giulio Andreotti voleva che si giocasse nella costa atlantica sia per il maggior numero di emigranti italiani sia perché i biglietti erano già stati tutti venduti. Ci accorgemmo, vedendo un’area umana di bandiera irlandesi, che i tifosi italiani d’America si erano venduti i biglietti a prezzi maggiorati.”

Sacchi ha aggiunto anche che, dopo poche settimane i nostri calciatori erano praticamente distrutti. Erano costretti ad usare il ghiaccio per l’eccessiva temperatura metereologica. “Perdemmo La prima partita, nella seconda ci fu l’espulsione del portiere. Feci uscire Baggio, avevo bisogno di giocatori di gamba e Baggio era quello che ne aveva meno. Io Baggio l’ho voluto in Nazionale con tutte le mie forze.”

La visione di Sacchi ed il metodo di allenamento

Il libro di Arrigo Sacchi non è un libro autobiografico, piuttosto, come dice il sottotitolo, sono regole per cambiare le regole. Quello ascoltato oggi, è un mister che ha spiegato a chiare note come dovrebbe essere strutturata una squadra di calcio. “Io vengo dall’industria. Nel lavoro non si prende mai gente che non si conosce. La mela marcia esce sempre fuori. Io ho sempre voluto persone affidabili.”

Parlando del suo Milan, il tecnico di Fusignano, ha spiegato meglio il suo discorso: “Ho avuto un gruppo di persone veramente brave, generose, affidabili. Qualcuno non voleva Carlo Ancelotti, io volevo solo persone che avrebbero dato tutto per un gioco di squadra.”

Per Sacchi il calcio è uno sport di gruppo distrutto dagli italiani con un gioco individuale e difensivista. “Io sono partito dalla seconda categoria e non sono mai stato esonerato. Nelle mie squadre non ho mai voluto invidiosi e gente che parlasse di soldi. I soldi sono una conseguenza.”

Parlando dei suoi metodi di allenamento, l’ex tecnico ha spiegato che convinceva i propri calciatori facendogli fare in allenamento cose che non avevano mai fatto.Scommettevo champagne con i miei calciatori, gli dimostravo che 11 uomini contro un portiere ed i quattro giocatori della difesa, non avrebbero mai fatto gol in 15 minuti. E così è sempre stato!”

La giusta polemica

Per Arrigo Sacchi non c’è vittoria senza merito ed il popolo italiano deve fare un passo avanti.

“Un paese dove e l’ignoranza è fortissima, l’invidia è fortissima, si cerca di essere un paese furbo. Un grande talento se non è idoneo al sistema lo si manda via.”

Sacchi ha poi raccontato un aneddoto su Diego Armando Maradona.  il Pibe de Oro chiese per ben due volte ad Arrigo di andare ad allenare il Napoli, spiegando: “Mister, con me e Careca partiamo già con un gol di vantaggio”  Per Arrigo sacchi il calcio è uno sport di squadra, un calciatore non annullerà mai gli altri 10.

Il calcio è sintomatico, ti spiega come siamo noi italiani. Noi sino alla fine dell’Ottocento acculturavamo il mondo. Oggi i nostri ragazzi vanno all’estero. Così non va bene”

L’ex tecnico della Nazionale ha poi spiegato la differenza che passa tra un tattico ed uno stratega. Il tattico aspetta l’errore dell’avversario tiene 6/7 giocatori dietro e poi sfrutta i restanti per fare goal. Lo stratega invece ha un obiettivo preciso di gioco e sa perfettamente come arrivarci. Per Sacchi, uno degli ultimi strateghi è Maurizio Sarri.

“Nell’ultimo secolo, dal punto di vista calcistico, l’unica cosa buona fatta in Italia à Coverciano. In Francia negli anni 70, fecero corsi per giovani allenatori. Oggi hanno 14 centri federali. Giovani che fanno quattro ore di studio e quattro di allenamento. In Europa sono i maggiori esportatori di calciatori.”

Sacchi ha poi concluso il suo intervento con una dura polemica: Lo sport fa bene, i bambini devono fare sport. Sono i genitori che devono smettere di pensare di fare soldi con i propri figli

Articolo a cura di Massimiliano Vienna – Sportpress24com. – Foto di Sportpress24.com

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