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Sinner, caso doping: NADO e WADA rinunciano, prosciolto dalle accuse

Le agenzie antidoping non avrebbero presentato alcun ricorso entro il limite fissato chiudendo di fatto la questione

Dopo aver vinto gli US Open e aver rafforzato il primo posto nella classifica ATP, il 23enne di Sesto Pusteria sarebbe stato ufficialmente prosciolto dalle accuse di doping riguardanti il caso del Closteblol. Dopo l’intervento dell’ITIA che aveva accertato come il fuoriclasse azzurro non avesse commesso dolo, secondo il Corriere della Sera la WADA e la NADO hanno rinunciato a fare ricorso contro la decisione dell’agenzia tennistica chiudendo di fatto la vicenda.

Le tempistiche:

Solitamente gli atleti hanno 21 giorni per fare ricorso al TAS mentre, secondo alcune fonti, la Wada avrebbe qualche giorno in più, c’è chi dice il doppio, quindi 42 giorni: in questo caso, essendo stata data a Sinner la comunicazione di non colpevolezza il 19 agosto, si andrebbe al 30 settembre e quindi non si potrebbe parlare di ufficialità.

Se la WADA facesse ricorso poi il TAS dovrebbe per forza avviare il processo ma, tra comunicazioni e passi burocratici, passerebbero mesi prima della sentenza.

C’è da aggiungere che, in ogni caso, la sentenza si potrebbe successivamente impugnare attraverso il Tribunale Federale Svizzero ma è un’evenienza quasi impossibile visto che già raramente vengono fatti ricorsi, e anche questo relativo alla situazione del tennista italiano era dato come improbabile.

Sinner: “Orgoglioso del percorso, ho ritrovato me stesso giocando”

Le parole dopo il successo a New York: “Faccio tanti sacrifici per essere a questo livello, sembra tutto facile ma non lo è

annik Sinner racconta emozioni e sensazioni dopo la vittoria agli Us Open, ripartendo dal caso clostebol: “Ho passato momenti duri, quando entravo in campo non era come prima, chi mi conosce bene si era accorto che qualcosa non andasse.

Notti agitate, a volte non dormivo. Poi, però, durante il torneo americano ho ricominciato a essere me stesso, e questo è più importante del risultato”. Ecco perché, rivela l’azzurro: “Dopo ogni obiettivo raggiunto, si festeggia: questo l’accordo col mio team, bisogna godersi il momento. Non c’è una regola fissa, posso riposarmi tre come cinque giorni.

Questa volta, per esempio, ho bisogno di staccare di più“.

“Mi rendo conto di quello che sto facendo, faccio tanti sacrifici per essere in questa posizione. Ma mi fa strano essere considerato un esempio per altri giocatori: ho solo 23 anni…”.

“Sono onorato di questa attenzione e mi rende più tranquillo, sento sempre il loro affetto a prescindere da dove gioco e a che ora. Anche il pubblico sul campo è stato splendido, non sapevo come avrebbe reagito alla vicenda (il caso doping, ndr) e l’ha fatto nel modo più bello”.

Sembra tutto facile e normale ma non lo è.”

In Australia sapevo di poter giocare un buon tennis ma ero più libero mentalmente. Qui sono arrivato da numero uno, avvertivo la pressione e alle spalle c’erano mesi di pensieri brutti. E la stagione non è finita: le Finals sono un grande obiettivo”.

Per poi concludere con le finale di Coppa Davis, se l’italia – senza Jannik e Musetti – si qualificherà: “Penso di andare a Bologna domenica, se la terza giornata sarà decisiva, per salutare la squadra, tengo molto a loro. Non gioco ora perché non avrebbe senso farlo se non sei al 100%, abbiamo un’ottima squadra e sono vicino ai ragazzi”.

Pare dunque archiviata questa parentesi, forse l’unica negativa, della carriera del tennista italiano numero uno del mondo.

Articolo a cura di Michela Catena – Sportpress24.com

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