Sinner perderà i punti e il montepremi del torneo, ma non subirà alcuna squalifica. La ricostruzione della vicenda
La paura per il coinvolgimento in un caso doping, lo sconcerto, il tormento e alla fine finalmente il verdetto: Sinner è innocente. Noi lo abbiamo saputo solo oggi, ma gli ultimi mesi di Jannik non devono essere stati affatto facili,
dopo che nello scorso aprile il tennista azzurro è risultato positivo a una sostanza proibita.
Durante il torneo di Indian Wells, sono state trovate minime tracce di Clostebol nelle urine del giocatore,
per un totale di meno di un miliardesimo di grammo.
Che cosa è il clostebol?
Il clostebol è presente in farmaci da banco che si trovano facilmente senza ricetta, come la pomata cicatrizzante Trofodermin. Si tratta di uno steroide anabolizzante con la composizione chimica del testosterone
spesso viene usato per la cura delle abrasioni.
Dopo un’indagine condotta dall’agenzia internazionale per l’integrità del tennis (ITIA), con la quale Sinner si è sempre dimostrato totalmente collaborativo, è stato rilevato che la contaminazione è avvenuta attraverso un massaggio effettuato dal fisioterapista,
che ha utilizzato la crema per curare – appunto, con una pomata cicatrizzante – un taglio sul proprio dito.
La contaminazione è avvenuta dunque per mancanza di attenzione, perché la sostanza presente nelle dita del fisioterapista è entrata in contatto con alcune ferite aperte del giocatore.
Come si legge nel comunicato diffuso dall’ITIA, Jannik non ne sapeva nulla. Così, dopo mesi di indagini e udienze, l’Agenzia ha giudicato il numero uno al mondo completamente estraneo ai fatti, dichiarando il giocatore né colpevole né negligente.
Anche l’ATP, con un comunicato, ha manifestato la soddisfazione per la conclusione delle indagini che hanno scagionato Jannik, sottolineando la solidità del processo di indagine indipendente dell’ITIA, che gli ha consentito comunque di continuare a competere.
La comunicazione della sentenza è arrivata a Sinner lo scorso 15 agosto, ed è eventualmente appellabile dalla WADA e dalla NADO, ovvero dall’agenzia antidoping mondiale e da quella italiana entro 21 giorni quindi fino al 6 settembre.
Sinner perde punti e montepremi di Indian Wells
Vista la responsabilità oggettiva presente nelle norme, Sinner perderà i punti ottenuti durante il torneo di Indian Wells, 400 in totale dopo la sconfitta in semifinale con Alcaraz.
Secondo tali regole, infatti, è lui il responsabile, anche degli errori commessi dal suo team. Per mesi, dunque, Sinner ha giocato con questo incubo che incombeva sul suo futuro, in attesa che la sua innocenza venisse riconosciuta.
La reazione di Jannik
“Ora mi lascerò alle spalle questo periodo molto impegnativo ed estremamente spiacevole. Continuerò a fare tutto il possibile per assicurarmi di continuare a rispettare il programma antidoping dell’ITIA” queste le parole dell’azzurro dopo la chiusura delle indagini, che non hanno portato ad alcuna squalifica del giocatore.
Dopo la vittoria di Cincinnati, Sinner sarà dunque regolarmente in campo agli US Open.
Ipotesi ricorso di Wada e Nado
Come si legge dalla sentenza, Sinner ha fornito un campione il 10 marzo scorso, che “conteneva la presenza di un metabolita del clostebol a bassi livelli.
Un ulteriore campione, otto giorni dopo, è risultato positivo allo stesso metabolita, sempre a bassi livelli”.
Dopo ogni test positivo, è stata dunque applicata una sospensione provvisoria e in entrambe le occasioni, Sinner ha presentato ricorso con successo.
La decisione del Tribunale Indipendente potrà essere soggetta a ricorso da parte della Wada e dell’Agenzia antidoping italiana (Nado Italia), mentre l’Itia non farà ricorso.
“Prendiamo estremamente sul serio qualsiasi test positivo e applicheremo sempre i rigorosi processi stabiliti dalla Wada – ha detto il ceo di Itia, Karen Moorhouse
L’Itia ha condotto un’indagine approfondita sulle circostanze che hanno portato ai test positivi, con cui Jannik Sinner e i suoi rappresentanti hanno collaborato pienamente.
A seguito di tale indagine, l’ITIA ha accettato la spiegazione del giocatore in merito alla fonte del clostebol e al fatto che la presenza della sostanza non era intenzionale.
Ciò è stato accettato anche
dal tribunale”.
Articolo a cura di Michela Catena – Sportpress24.com
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