Alle Olimpiadi Gloria e Sporcizia: “Non avevamo la carta igienica”

Continuano le polemiche post-Olimpiadi e i casi di atleti non felicissimi del lavoro fatto dal comitato olimpionico per tutti gli atleti che hanno soggiornato sotto la Torre Eiffel.

Ultima in ordine di tempo, la campionessa olimpica Ariarne Titmus afferma che gli atleti “vivevano nella sporcizia” al villaggio di Parigi.

L’eroina del nuoto ha criticato aspramente le lenzuola sporche e la scarsa quantità di carta igienica.

L’australiana ha conservato il titolo dei Giochi del 2020 nei 400 metri stile libero  quest’estate , ma si è unita ad altri atleti di spicco nel criticare le condizioni.

Titmus, 23 anni, ha suscitato ancora più scalpore nel villaggio in un’intervista sincera rilasciata dopo il suo ritorno a casa.

Ha dichiarato al programma di informazione australiano The Project:

“Il villaggio non è così affascinante come la gente pensa.

Il bagno del mio appartamento era più grande del soggiorno, per noi quattro.

Le nostre lenzuola sono state cambiate dopo la prima notte che siamo stati lì e poi non sono state cambiate per il resto del tempo che siamo rimasti lì, quindi vivevamo nello sporco.

Abbiamo dovuto mentire sul fatto di essere coinquilini per poter avere la carta igienica. 

Quando finivi la carta igienica te ne davano uno (rotolo) per quattro giorni, per tutto l’appartamento.”

I commenti di Titmus seguono quelli del campione maschile dei 100 metri dorso Thomas Ceccon, immortalato mentre fa un pisolino in un parco di Parigi.

Dopo non essere riuscito ad arrivare alla finale dei 200 metri, l’atleta italiano si è lamentato di quanto fosse stato difficile dormire nel suo alloggio ufficiale.

Il canottiere saudita Husein Alireza ha condiviso uno scatto del 23enne rannicchiato su un asciugamano bianco all’aperto durante il giorno.

Adam Peaty era tra gli altri concorrenti che hanno fatto rivelazioni scioccanti sulla configurazione del villaggio di Parigi.

Il britannico ha mancato di poco il terzo oro olimpico consecutivo nei 100 metri rana, arrivando secondo alle spalle dell’italiano Nicolò Martinenghi per soli 0,02 secondi due settimane fa.

Peaty, 29 anni, è stato particolarmente severo nel suo giudizio sul catering di Parigi, sostenendo che alcuni atleti hanno trovato Vermi nel pesce.

Ha definito la fornitura di cibo “non adeguata al livello di prestazione che ci si aspetta dagli atleti”.

In particolare, ha rilevato una carenza di carne e di altre “soluzioni proteiche”.

Fonte The Sun –  – Articolo a cura di Stefano Ghezzi – SportPress24.com 

 

Translate »