Anche Matteo Arnaldi è fuori dal Master 1000 canadese dopo aver centrato una storica semifinale: Rublev non sbaglia niente.
Non si può dire che non ci abbia provato. Ce l’ha messa tutta Matteo Arnaldi, uno dei tanti prodigi del tennis italiano e uno dei quattro azzurri che la prossima settimana popolerà la top30 insieme a Jannik Sinner, Lorenzo Musetti e Flavio Cobolli.
Dopo una grande settimana il 23enne sanremese si arrende ad un Andrey Rublev semplicemente superiore: al servizio, da fondo, persino mentalmente. È una delle migliori settimane della carriera per il russo a livello mentale, lui che ha ammesso di aver avuto diversi problemi – anche di depressione – negli ultimi mesi.
È un Rublev rinvigorito nella gestione degli errori, dell’immancabile pioggia, dei momenti negativi e anche di quelli positivi. A differenza di quanto accaduto nel match contro Jannik Sinner, il russo ha continuato a tenere il pallino del gioco anche dopo l’interruzione per pioggia, durata oltre un’ora e mezza all’inizio del secondo set. In poco più di un’ora e un quarto l’attuale n°8 del mondo – ma tornerà al n°6 al prossimo aggiornamento delle classifiche – si impone 6-4 6-2 su un comunque bravo Arnaldi, che entrerà per la prima volta in top30 e può davvero sperare in una testa di serie allo US Open. Lunedì Rublev giocherà la sua 26esima finale in carriera, la sesta in un Master 1000 (raggiunta peraltro nell’unico ‘1000’ dove non si era mai spinto oltre il terzo turno). Andrey diventa anche il primo giocatore nel 2024 a raggiungere due finali Master.
Primo set: il terzo game è fatale ad Arnaldi, Rublev parte avanti
È Matteo Arnaldi a partire al servizio nella prima semifinale del Master canadese, la prima in assoluto per l’azzurro a livello 1000 e appena la seconda in carriera nel circuito maggiore dopo Umago 2023. L’emozione è sicuramente parecchia, tuttavia Matteo sembra entrare in campo molto determinato e preparato a livello tattico. Arnaldi prova a subito a mischiare le carte, chiamando il suo avversario a rete e provando a variare ritmo. Dal canto suo, Andrey Rublev fa valere la sua grande spinta da fonto, si gira per spingere di dritto ogni volta che può e sfrutta immediatamente la prima chance a sua disposizione.
Diverse folate di vento freddo avvolgono l’Iga Stadium di Montreal, che attira nuvoloni sempre più scuri, pur non impensierendo i due temerari ball boys seduti al nostro fianco in maglietta e pantaloncini corti. Nel terzo game Arnaldi prova a risalire da 0-30, ma alla prima palla break concessa Rublev allunga subito. È lo scatto decisivo, perché il n°6 d’Italia – che la prossima settimana sarà n°3 azzurro scavalcando in un colpo solo Berrettini, Darderi e Cobolli – non riesce mai ad essere pericoloso in risposta, complice anche il rendimento del servizio del suo rivale. Il russo, infatti, perde soltanto un punto con la prima in campo fino al 5-4, ma nel decimo game il sanremese avrebbe forse potuto fare qualcosina in più. Un paio di errori gratuiti consentono al n°8 del mondo (prossimo n°6) di procurarsi due set point e di chiudere 6-4 la prima frazione.
Secondo set: Rublev rientra alla grande dallo stop per pioggia ed è il primo finalista
Il vento freddo continua a soffiare e l’arrivo della pioggia sembra ormai soltanto una questione di tempo. Rublev e Arnaldi riescono appena a tenere i rispettivi turni di battuta a 30 che, dopo tre quarti d’ora di semifinale, l’acqua torna ad essere protagonista. I giocatori restano inizialmente in campo, ma dopo pochi minuti vengono rimandati negli spogliatoi. Il match viene sospeso sull’1-1 e si riprende dopo oltre un’ora e mezza di pausa. Matteo esordisce con un doppio fallo, Andrey subito con un dritto vincente, ma l’azzurro non si scompone e mantiene la leadership del secondo parziale risalendo da 0-30.
Nel quarto gioco Arnaldi prova a spingere a tutta e riesce a procurarsi la prima palla break della sua partita, annullata però dal russo con un ace provvidenziale. Rublev difende ai vantaggi il game più lungo del match e trova il break in quello successivo, continuando a spingere a tutta e a farlo alla grande. Il classe 2001 esce ormai dalla partita, subendo un nuovo break e finendo per arrendersi 6-4 6-2 in poco più di un’ora e un quarto di gioco. Resta comunque la grande settimana di Matteo, per la prima volta semifinalista in un Master 1000 e prossimo top30 ATP.
Articolo a cura di Michela Catena – Sportpress24.com