Tour de France, insaziabile Tadej Pogacar: il Giro è tuo

Tadej Pogacar ha vinto domenica il suo terzo Tour de France, oltre a sei tappe, e ha ottenuto la doppietta con il Giro.

Un’impresa monumentale, storica, che lo avvicina ai più grandi, ma lo circonda anche dei dubbi inerenti al suo sport.

Dopo aver analizzato quanto accaduto nelle ultime due stagioni, ritoccando alcuni punti fondamentali del suo piano di lavoro, Pogacar ha disegnato con la precisione di un chirurgo una stagione in cui è riuscito a realizzare ciò che nessun altro ha fatto negli ultimi 26 anni: conquistare il Giro e Tournée nella stessa stagione.

L’ultimo a riuscirci è stato Marco Pantani nel 1998

E lo ha fatto alla grande, con sei vittorie di tappa sia al Giro che al Tour. Qualcosa di mai visto fino ad ora.

L’ultimo è stato raggiunto con un nuovo capolavoro nella cronometro individuale di 33,7 chilometri che andava da Monaco a Nizza.

Un pezzo di terra che conosceva come il patio di casa sua e nel quale ha volato su e giù. Ha fatto segnare il miglior tempo in tutte le referenze.

Se nella prima aveva preceduto Vingegaard di sette secondi, nella seconda il distacco era già fino a 24, per 1’02” al traguardo, sfruttando il tempo di 45’34” alla media di 44,5 km/ora.

Le conquiste di Pogacar al Tour de France

Prendendo rischi, sfrecciando tra le curve e frenando, Pogacar ha riconquistato il trono al Tour de France, aggiungendo la sua terza vittoria e la terza vittoria in una cronometro del Tour dopo averne disputate otto, dopo aver vinto le prove del 2020 e la prima del 2021, di essere superato da Vingegaard nell’ultima dell’anno scorso, nella quale lo aveva battuto di 1’38”, e di vedere Evenepoel superarlo nella prima cronometro di quest’anno.

In questo Pogacar Tour ha confermato un’ottima stagione, nella quale ha vinto tutte le gare a cui ha partecipato, ad eccezione della Milano-Sanremo , nella quale si è classificato 3°, e in tutte ha esercitato uno schiacciante dominio nella sua stagione migliore.

Il primo cannibale, quello vero, il belga Eddy Merckx ha detto a MD che “Pogacar è come me, e in alcune gare sta facendo meglio di me”, e aveva ragione il vincitore di cinque edizioni del Tour, tra un carosello di enormi trionfa.

Dopo Pogacar, c’è Jonas Vingegaard che è arrivato danneggiato dopo la forte caduta subita all’Itzuli e che si è comportato da campione, con una vittoria di tappa e un secondo posto assoluto, in una messa in scena che probabilmente non è stata delle migliori; davanti a Evenepoel che ha superato a pieni voti l’esame del suo primo Tour, soprattutto in alta montagna, chiudendo terzo.

Al suo fianco, un immenso Mikel Landa, fedele scudiero del campione del mondo a cronometro, arrivato 5° e miglior spagnolo

Firma d’oro a Nizza di un Tour spettacolare dall’inizio alla fine, combattuto, con i migliori ciclisti impegnati in una battaglia a tutto campo e in cui Pogacar si è confermato come ha detto Joxean Fernández Matxin MD nell’anteprima del Tour: numero 1 e migliore ciclista al mondo , ben supportato da una squadra molto solida, che ha vinto la classifica generale e ha piazzato tre dei suoi corridori nella top ten.

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Fonte Mundo Deportivo – Articolo a cura di Stefano Ghezzi – SportPress24.com 

 

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