Pantani e Maradona, il mito di due campioni capaci di far sognare

Il dominio assoluto di Tadej Pogacar in questa stagione sta portando ad enormi paragoni con i grandi del ciclismo che lo sloveno sembra non sentire.

Con la vittoria di ieri è salito a quattro vittorie di tappa in questo Tour de France ed ha aumentato il suo distacco fino ad oltre 5 minuti su Jonas Vingegaard secondo.

A due tappe dalla fine si inizia a sentire il profumo di storia con Tadej Pogacar che viaggia verso una storica doppietta Giro d’Italia-Tour de France che è riuscita soltanto ad altri sette ciclisti nella storia di questo sport.

IL MITO DI MARCO PANTANI

L’ultimo a vincere sia Giro d’Italia che Tour de France nella stessa stagione è stato Marco Pantani che, nel 1998, ha dominato sulla sua bici vincendo entrambi i grandi giri ed entrando nel cuore degli amanti di questo sport che non hanno mai smesso di sostenerlo anche dopo la sua morte.

Il ciclista italiano era diventato una vera e propria rockstar in grado di far appassionare tutta l’Italia ad uno sport da sempre per pochi eletti come il ciclismo.

La sua leggenda è sbocciata proprio nel 1998 con varie imprese sportive che hanno tenuto incollati ai televisori migliaia di suoi tifosi e appassionati di questo sport.

LA SQUALIFICA DAL GIRO D’ITALIA 1999

Nel 1999, però, è arrivata la doccia gelida che ha provato ad offuscare la figura del pirata Marco Pantani.

Durante un Giro d’Italia dominato, arrivati al mattino della 20esima, Marco Pantani è squalificato per doping per via di una percentuale di globuli rossi più elevata del normale.

In quegli anni era impossibile rilevare eventuale uso di EPO (farmaco che stimola la creazione di globuli rossi e porta più ossigeno ai muscoli rendendo più resistente e potente l’atleta che ne fa uso) perciò venne effettuato un controllo sanitario per misurare la percentuale di globuli rossi presenti nel sangue di Pantani.

I risultati, con il tempo, sono andati perduti ma è rimasta la cronaca di un Pantani ritrovato con l’1% in più rispetto al limite fissato.

Quello che sappiamo è che lo stesso campione italiano si recò in ospedale per rifare il test che diede esito negativo ma non portò a ripensamenti e non ribaltò la squalifica inflitta al pirata.

IL MISTERO DELLA MORTE DEL PIRATA

Dalla squalifica per doping, Marco Pantani ebbe forti conseguenze che lo portarono a sentirsi tradito dallo stesso sport che lo ha reso immortale.

La vicenda del mitico ciclista italiano è terminata il 14 luglio del 2004 in un hotel di Rimini dove, secondo gli atti, è morto per overdose di cocaina.

La verità ancora non è chiara a nessuno ma rimangono troppo importanti le parole di Renato Vallanzasca – mafioso degli anni ’70 – che affermò di aver ricevuto il “consiglio” di non scommettere su Pantani da un suo compagno di cella lasciando intendere un coinvolgimento della malavita in questa storia.

Anche la madre Tonina è convinta che nella morte del figlio centri anche la mafia ma, fino ad oggi, non sono ancora trovati dei collegamenti con l’accaduto.

CAMPIONI TORMENTATI: ANCHE MARADONA DENUNCIÒ IL TRATTAMENTO RISERVATO A PANTANI

Durante i funerali del pirata intervenne anche un commosso Diego Armando Maradona

Il Pibe de Oro denunciò il modo barbaro con il quale Marco Pantani venne abbandonato da tutti dopo la brutta storia del presunto doping.

Lo stesso campione argentino fu coinvolto in uno scandalo doping che lo costrinse ad abbandonare la sua nazionale durante il Mondiale del 1994 e lo portò in un tornado di critiche che si portò per il resto della sua vita.

POGACAR FARÀ LA DOPPIETTA GIRO-TOUR DOPO 26 ANNI

A 26 anni dalla storica doppietta del pirata, tra le strade del Tour de France è Tadej Pogacar a riportare al cuore degli appassionati le grandi emozioni di un tempo.

Vedere la danza sui pedali dello sloveno tra le salite del Tour riporta alla mente le gesta eroiche di un Marco Pantani capace di fermare tutta Italia davanti al televisore così come Pogacar sta facendo con la sua Slovenia.

La vittoria al Santuario di Oropa di quest’anno ha amplificato questo ricordo che porta tanta salute ad uno sport come il ciclismo che, ora più che mai, ha bisogno di enorme sostegno anche e soprattutto per il talento degli atleti impegnati.

Articolo a cura di Andrea Marino – Sportpress24.com

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