Lazio, la conferenza stampa di presentazione di Marco Baroni

SE’ tutto pronto per l’inizio dell’avventura di Marco Baroni sulla panchina della Lazio. Nel centro sportivo di Formello il tecnico ex Verona è intervenuto nella conferenza stampa di presentazione.

Giovedì la squadra partirà per il ritiro ad Auronzo di Cadore. Di seguito le dichiarazioni del nuovo allenatore biancoceleste.

LA CONFERENZA STAMPA

Le parole di Lotito

“E’ l’occasione per fare il punto della situazione. La Lazio non sta facendo nessun ridimensionamento, ma riorganizzazione. Stiamo cercando di riorganizzarla in base al merito e la professionalità.

La scelta di Baroni è voluta, pensata, e basata sul progetto che la Lazio intende intraprendere. Sono scelte funzionali al calcio di oggi, che si basa sugli interessi economici.

La nostra logica è diversa, è basata sulla professionalità, con un allenatore che non si basa sulla teoria ma sulla pratica.

Chi ha dimostrato certe prestazione, dovrà farlo per continuare a giocare. In questa società i giocatori si devono mettere al servizio della società, quindi bisogna premiare il meglio e alcuni giocatori.

Oggi gli attaccamenti alla maglia vengono meno quando ci sono interessi economici, noi vogliamo riportare una squadra organizzata, efficente, propositiva e che faccia spettacolo con i giocatori che dovranno dimostrare con la ‘maglia sudata’.

La Lazio non ha ‘fallito’ l’anno scorso, sta in Europa League, ma ha perso con le squdare meno attrezzate, quindi c’era un problema di spogliatoio, di testa… e questo ha portato alle dimissioni di Sarri e poi di Tudor.

Noi vogliamo riportare al centro del nostro interesse la Lazio. Sul campo ci deve andare chi merita. I giocatori che abbiamo preso sono una scelta concordata con l’allenatore e dimostreranno sul campo quello che valgono.

Di Baroni parlano i risultati, e da oggi ha la possibilità di dimostrarlo con noi. Riguardo il mercato e i 40 milioni spesi, noi non pensiamo a paragoni come ho letto sui giornali, pensiamo a noi.

Noi vogliamo mantenere in piedi le famose ‘bandiere’. Mi dispiace per Felipe Anderson nonostante la bella proposta, ma ha fatto una scelta di vita di tornare nella sua nazione natale.

Da oggi ci saranno le condizioni per lavorare bene e mettere il mister in condizioni da far sì che le potenzialità dei giocatori si trasformino in risultati”.

Tattica ed avversari a parte, che Lazio vorrà vedere in campo e cosa si sente di dire ai tifosi?

Da subito dobbiamo iniziare a lavorare duramente. Sto ereditando una squadre che ha cultura sotto il punto di vista del lavoro.

Uno degli aspetti importanti che ho sempre visto nelle squadre, è quello dei valori, che si ricongiunge allo spirito laziale, uno spirito che la squadra deve avere da subito lavorando su aspetti come dedizione e passione.

Con questo tipo di lavoro una parte grande è già fatta.

Questa è la sfida più importante della sua carriera. 

Non credo che sia un problema. Quando è arrivata la chiamata della Lazio sono stato felice, è il momento più alto della mia carriera.

C’è tanta voglia e determinazione da parte mia e dello staff. Io amo le sfide, e questo lo voglio trasferire anche alla squadra.

La mia squadra non deve giocare per se stessa, ma per i tifosi. E il mio impegno sarà in questa direzione.

Lei è stato autore di un piccolo miracolo sportivo a Verona, che cosa ha imparato in quel momento difficile che si porterà qua nella Capitale?

Nella mia vita sia da giocatore che da allenatore ho sempre seguito un principio: se non vinco imparo.

Il trasformare una sconfitta in una opportunità è stato il momento difficile ma più importante che mi porto dietro. Sono andati via giocatori importanti dalla Lazio, ma per i nuovi giovani dovranno partire da quello che questi giocatori hanno lasciato.

Con le componenti dette prima, voglio che la squadra trasmetta emozioni.

E’ soddisfatto dei giocatori acquistati, e cosa manca secondo lei per completare questa rosa?

Io non guardo mai quello che manca, ma quello che ho. Sono arrivati dei giocatori giovani, e questo processo di ringiovanimenti si lega a quello che vogliamo proporre.

Io metto sempre il giocatore al centro del progetto. Il compito mio e del mio team sarà quello di andare a valorizzare i giocatori, ma il collettivo è la cosa più importante.

2 anni fa la Lazio è arrivata seconda e in Champions, quest’anno è arrivata in Europa League. Quest’anno con la società avete fissato un obiettivo? E in base al mercato fatto quale modulo adotterà?

L’impianto sarà di una difesa a 4 con doppio esterno. Ci saranno delle piccole possibili variabili. Ma la squadra, ripeto, dovrà avere compattezza, equilibrio, e avere un gioco dinamico e di ritmo sia difensivo che offensivo.

Riguardo agli obiettivi, io penso che per creare un obiettivo devo partire dalla squadra, dal lavoro.

Il mio obiettivo chiaramente è quello di migliorare dall’anno scorso. Sarà importante l’organico in tutte le partite che giocheremo. La cosa importante è che ogni giocatore giochi sempre al massimo.

Cosa possono dare ancora i giocatori che hanno fatto la storia recente della Lazio? Ha già parlato con qualcuno di loro?

L’integrazione dei nuovi con chi ha creato la cultura di cui parlavo prima è importante. A me interessa portare un clima di fiducia e di gioia nel lavoro. Si gioca come ci si allena, ed è lì la bella sfida che abbiamo.

Il lavoro che ha fatto con Verona e Lecce è chiaro, volevo sapere se ha percepito il cambiamento dopo le parole di Gasperini riguardo alla sua ‘panchina d’oro’. 

Le parole di Gasperini mi fanno piacere, ma il senso di quello che ha detto è che comunque dietro la vittoria di un trofeo, ci sono allenatori che vincono nel loro piccolo obiettivo, come una salvezza?

Non credo che sia riferito solo al mio nome, ma a tutti quelli che raggiungono il proprio obiettivo.

Ora non vorrei parlare dei singoli giocatori, abbiamo scelto alcuni giocatori per alcune qualità. Il nostro compito sarà quello di farli ambientare.

Si aspettava di dovere aspettare così tanto per una esperienza importante come quella alla Lazio.

Io non guardo mai al passato, la mia attenzione è rivolta al presente. Il nostro obiettivo è guardare avanti. E’ ovvio che mi porto un bagaglio d’esperienza, ma ora siamo qui per iniziare questa nuova sfida.

Le volevo fare una domanda sui sentimenti. La sua ufficialità è arrivata in un momento difficile a livello di contestazione, in cui rientra anche il suo ingaggio. Come la fa sentire questo aspetto?

Il sentimento è uno dei valori in cui credo. Io dico sempre che non esiste una squadra senza tifosi, ma la prima mossa deve farla la squadra.

Quando la squadra lotta per quello che vuole, rappresenta quello che tutti vogliono vedere.

La situazione delle dimissioni di Sarri e Tudor in pochi mesi, è una cosa che l’ha fatta riflettere?

Io ho grande rispetto per chi ha lavorato qui. ono convinto che la mia felicità parte dalla convinzione. Io credo che questi problemi, che non ho mai avuto, non li avrà neanche quest’anno. Ripeto che dobbiamo lavorare sul coinvolgimento di tutti, altrimenti non si raggiungono gli obiettivi.

Alla luce dei problemi che la Lazio ha avuto nello spogliatoio, crede che sia opportuno una figura che faccia da collante tra lei e lo spogliatoio?

No, credetemi ma io non vedo queste problematiche. Qui c’è un gruppo che ha voglia, e che ricorderò.

Ricorderò la fortuna che abbiamo, e tutto quello che spendiamo sul campo. Se ci sono tutte le caratteristiche che voglio, non ci saranno problemi secondo me.

Lei è arrivato ‘tardi’, un mese fa. Per quanto riguard il mercato per il futuro ha chiesto un ruolo primario per quanto riguarda le scelte? Ha alcuni giocatori che non voglia che siano venduti?

Il coinvolgimento è stato totale dall’inizio. Sono contento per le scelte fatte finora. Qui noi non mandiamo via nessuno, ma serve quello che ho elencato prima. Credo di aver già risposto a questa domanda da questo punto di vista.

Ci racconta qualcosa dello staff che lavorerà con lei visto anche la sua prima esperienza in Europa? Greenwood è un calciatore che nella sua testa può alzare l’asticella in modo assoluto? E se dovesse arrivare quale ruolo le darebbe?

Il valore del giocatore lo conosciamo. Come ho detto prima non voglio parlare dei singoli e di condizioni di mercato.

Riguardo al mio staff, c’è il mio secondo, due preparatori atletici e 2 match analysist.

Qui ho incontrato altri membri che entreranno nello staff. Se chi c’è lavora dalla mattina alla sera con noi, si crea un bell’ambiente.

Una curiosità, prima di lei c’è stato Sarri, che ha parlato bene di lei già prima che venisse alla Lazio. C’è stato un contatto tra di voi?

Con Maurizio (Sarri ndr) c’è stima, ci siamo incrociati nei campionati di C2 quindi è tanto che ci conosciamo. Mi fa piacere ci siano state belle parole nei miei confronti.

In base al gioco dei suoi 2 predecessori, che Lazio dobbiamo aspettarci?

La Lazio la conosco benissimo. Riguardo il calcio aggressivo che hanno fatto i miei colleghi, ho studiato al riguardo e lavoreremo insieme con la squadra. Io parto sempre da quello che la squadra ha bisogno per ottenere il risultato. Ho chiaro in testa il calcio che voglio fare.

Studiando ogni singolo componente possiamo portarlo avanti.

La doppia punta la esclude a priori, anche riguardo al rilancio di Immobile? E che ne pensa dell’inizio del calendario?

A me piace giocare con l’impianto di difesa a 4, poi a seconda della partita ci saranno delle modifiche. Io non creo un modello che tendenzialmente ha la base di cui ho già parlato. C’è la variante della punta con i 3 centrocampisti che possono fare da vertice o avanti o dietro.

Le emozioni che sta provando nell’avere ottenuto un’occasione del genere a questa età? E cosa si aspetta dal Derby a livello di emozioni?

L’emozione c’è. C’è la consapevolezza, ci sono pressioni, ma è la nostra linfa. Da questo punto di vista in questo momento c’è una grande lucidità e convinzione sul lavoro. Il lavoro è quello che ti porta dove vuoi arrivare.

Riguardo al Derby, è una partita straordinaria. Ci sarà tempo per prepararla, ma ci arriveremo senza sbagliarla.

Vedendo le caratteristiche della Lazio dello scorso anno, i giocatori che facevano da vertice non ci sono più, ha già pensato a come gestire la situazione?

Si ci ho pensato, ma ci lavoreremo sul campo.

Articolo a cura di Davide Teta – SportPress24.com

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