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Copa America, il Canada si aggiudica l’Argentina di Messi

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Da Atlanta al New Jersey, MetLife ospiterà un remake: un Argentina-Canada non più per decidere chi ha più punti nel girone, ma quale squadra accederà alla finale di Copa América.

Il Venezuela è andato vicino al testa a testa a East Rutherford contro Scaloneta. Molto vicino.

Il gol dalla distanza di Salomón Rondón lo mise emotivamente in parità , ma uno dei diretti responsabili di quel capolavoro del nativo di Caracas finirà per essere, alla lunga, l’eroe che portò il Canada nella top 4 del massimo torneo Conmebol per la prima volta: Maxime Crepau.

Un Canada ‘rivoluzionario’

Quello stesso portiere che allo Stadio Marcedes-Benz aveva soffocato sei tiri netti contro la Nazionale, uno nettissimo di Messi è stato il carnefice del Venezuela di Batista nella serie di rigori:

le parate su Jefferson Savarino e Wilker Angel gli hanno assicurato il biglietto ad un Canada che durante i 90 minuti ha mostrato le stesse caratteristiche tattiche della Georgia.

L’americano Jesse Marsch ha dimostrato di credere nel proprio credo: contro il Venezuela ha difeso ancora una volta alta, cosa che ha complicato il 2-0 dell’Argentina nella fase a gironi anche quando lo ha lasciato a rischio di contropiedi pericolosi e ha cercato di attaccare con transizioni veloci in attacco con passaggi al gioco, quasi sempre dietro i difensori centrali.

Quello che ha tentato senza successo all’inizio del torneo con Millar e Buchanan il primo, subentrato ieri sera.

L’altro, gravemente infortunato e fuori dalla Copa América, è riuscito a farlo più facilmente all’AT&T di Arlington con altri interpreti: Laryea a destra, alle spalle di Soteldo, e Shaffelburg a sinistra.

Autore del primo gol e fino alla sua partenza, la cifra il più vertiginoso di quel centrocampo fisico, potente nelle transizioni, ma che non aveva un bravo realizzatore in zona grilletto:

né Larin da centravanti, né David in un ruolo Da centrocampista offensivo, ha saputo definire abilmente quando aveva l’opportunità di estendere il vantaggio, evitando la sospensione dei rigori.

Venezuela troppo difensivo

Il Canada ha messo in luce con una certa disinvoltura le carenze collettive di un Venezuela dall’istinto offensivo.

Anche se non è riuscito a trasferire la sua ricerca oltre l’1-0 in rete, un’azione nata da un’ala veloce che ha catturato all’improvviso il difensore biancorosso e che ha portato paradossalmente ad un cross preciso per Shaffelburg circondato da difensori che non lo hanno segnato.

Se alla vigilia dei quarti di finale i media canadesi hanno criticato Marsch per la mancanza di gol, è perché le statistiche non mentono: finora nella competizione il Canada ne ha festeggiati solo due su quattro.

Ciò non significa però che sia da sottovalutare il potenziale di un avversario già ostico nella prima serata di questa Copa América.

Il Venezuela meritava il ko?

Non per la prestazione: con appetito vorace ha pagato troppo caro quell’errore sullo 0-1, si è ripreso emotivamente ma non ha finito di vincere.

Anche se con Batista ha già dato segnali che sta trasformando una squadra che ha abbastanza per andare al Mondiale 2026 quello che è successo ieri sera, solo una battuta d’arresto…

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