Nell’ultima conferenza stampa in Germania per l’Italia, Gravina e Spalletti annunciano che il progetto va avanti cosi com’è senza stravolgimenti.
Per chi si aspettava di sentite il termine ‘dimissioni’ è rimasto deluso perchè sia il Presidente della Federazione che il CT della Nazionale, non hanno mai pensato di abbandonare la nave e di rinunciare all’incarico.
Con un Gravina che lancia bordate ai club e alla politica minacciando che ‘non si fa comandare da chi è all’esterno…’, l’Italia saluta il ritiro tedesco con forti polemiche.
Nonostante il minimizzare e chiedere le scuse a mezza bocca, il duo Spalletti-Gravina hanno responsabilità e come e non dimettersi, perciò autoaccusarsi di un fallimento che ormai va avanti da anni, è un precedente pericolosissimo per il futuro.
Alla domanda cosa succederebbe per la terza mancata qualificazione ai prossimi Mondiali, Gravina ha dichiarato che sarebbe ‘Un Disastro’.
Ma allora perchè rischiare? Perchè continuare in quello che è chiamato ‘progetto’ dato che fino adesso i progetti dell’attuale federazione hanno miseramente fallito?
Il precedente che si è creato è molto grave e ora tutti gli occhi sono puntati si da subito sui diretti interessati e nulla sarà lasciato al caso.
Già da oggi si criticano anche le ferie per i giocatori, colpevoli di non essere all’altezza della maglia azzurra indossata.
Poi tra due mesi inizia la Nations League con in vista appunto le qualificazioni a FIFA 2026.
Cosa succederà? Ci ha messo la faccia Gigio Donnarumma che appena arrivato in Italia ha detto :
“Siamo amareggiati e ben consapevoli che la prestazione della squadra non è stata all’altezza delle vostre aspettative e del nostro potenziale, e me ne assumo una grande responsabilità.
Da oggi stesso inizieremo a lavorare con cuore e testa, con l’obiettivo di prepararci al meglio per le prossime partite e il Mondiale”.
Parole vere, di circostanza o un mea culpa a nome di tutti?
Rincara la dose Gianluigi Buffon :
“Non siamo riusciti a decollare come ci aspettavamo e speravamo. Mondiale? È il minimo sindacale, quello è l’obiettivo. È chiaro che si devono fare dei passi avanti, degli step convincenti non andare a singhiozzo.”
In pratica remi in barca e pedalare, ma adesso ancor di più la delusione è tanta e l’imbarazzo di vedere al timone ancora le stesse persone, non porta sicurezza e stabilità.
Articolo a cura di Stefano Ghezzi – SportPress24.com