Roland Garros, Musetti combatte ma cede a Djokovic

Musetti sfiora l’impresa: Djokovic si salva e resta numero uno

Un sogno solamente accarezzato nella lunga notte del Roland Garros, quello di Lorenzo Musetti di regalare a Jannik Sinner il primato del Ranking Atp. A vincere alla fine è però Nole Djokovic, che dopo oltre quattro ore di battaglia piega il carrarino al quinto set e salva la corona, rinviando il sorpasso dell’altoatesino.

La chiude con un umiliante 6-0 Djokovic, che però se l’è vista bruttissima contro un Musetti che ha giocato un match di altissimo livello. Rinviato il sorpasso di Sinner, Nole resta ancora il numero uno.

Nole non molla: sotto due set a uno, a un passo dall’eliminazione (e dal cedere il trono di n°1 a Sinner), Djokovic rinasce e concede appena tre giochi negli ultimi due set a Musetti. Lorenzo ha giocato un match fantastico fino a metà del quarto set, poi ha forse ceduto anche fisicamente. Esce tra gli applausi l’azzurro alle 3.08 del mattino, su uno Chatrier ancora stracolmo.

Nole attende ora Cerundolo

La partita:

Partita bellissima, andata in scena troppo tardi per colpa del maltempo e di una programmazione indecente (e meno male che il Roland Garros ha il tetto sui due campi principali), rivincita degli ottavi 2021, stessa spiaggia, stesso mare, quando Lorenzo crollò alla distanza al cospetto del dio serbo della guerra, mai morto nemmeno quando è morto.

Tre prodezze al terzo game permettono a Musetti di meritarsi il primo break: serve tutta la gamma dei suoi colpi, che è molto ampia, per destabilizzare il Djoker. Ma è una fiammata, non un incendio. Il serbo si riprende subito il maltolto. 2-2. Dalla tribuna, dove siedono il coach Tartarini e il mentore Barazzutti, piovono indicazioni per l’azzurro: stai vicino alla riga di fondo, sii aggressivo.

È un bel Musetti, finalmente solido e centrato. Break e set dopo uno scambio rocambolesco, quando l’italiano mette lungo il rovescio. 7-5. E Djokovic, provato, esce per rifiatare.

Con due straordinarie smorzate, il migliore si prende il break al quarto game del secondo set: 3-1. Sale 4-1 poi, all’improvviso, come se la storia che ha scritto gli pesasse improvvisamente sulle spalle. Musetti ricuce 4-4, alzando le barricate si issa al tie-break: va avanti 3-0, si fa riprendere e sorpassare (5-4) da un rivale esausto che, a quel punto, fa tutto da solo. Butta un set point e cede (8-6).

A Djokovic il mestiere non basta più. L’avversario è più giovane, gagliardo, arrembante. A differenza di un tempo, e non è un cambiamento da poco, Musetti non perde né campo né speranze. Non è mai stanco, gestisce con intelligenza un terreno lento e pesante su cui è quasi impossibile tirare vincenti, tiene in pugno la manovra. Fa il break al quarto game (3-1), agile e leggero come se non si stesse giocando da quasi tre ore, chiude il set 6-2.

A Parigi sono le due del mattino, un record in notturna sta per essere battuto. Con la dignità del fuoriclasse che non accetta eredi, mentre l’acido lattico si fa strada nei muscoli dell’avversario, Djokovic si riprende la centralità del match: strappa il break del 3-2 nel quarto set, ne fa un secondo (5-2), chiude (6-3). Match in parità.

È Novak Djokovic. Con un parziale di dieci game a uno, e con l’ultimo alito di fiato nei polmoni, il numero uno scappa via e non si fa più prendere. 6-0. Un quinto set impietoso per Musetti, bellissimo però non spietato, ammesso che si possa imparare ad esserlo.

Finisce alle 3:07 questa vicenda di gioventù e vecchiaia a confronto, di antico che non soccombe al nuovo, di vita che scorre sotto i ponti sulla Senna. Meritava un altro orario, un altro pubblico, un’altra risonanza l’ennesima impresa di Djokovic che si ribella all’inizio dell’era Sinner (solo questione di tempo) spostando la notte – e anche la mattina di domenica – un po’ più in là.

Articolo a cura di Michela Catena – Sportpress24.com

 

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