Champions League, Re Carlo Ancelotti e la sua ‘Ultima’ sfida

Non ci sono molte figure più strettamente legate alla gloria della UEFA Champions League di Carlo Ancelotti.

L’italiano ha vinto la competizione quattro volte, più di ogni altro allenatore e ha la possibilità di aggiungere una settima medaglia alla sua collezione, comprese le due dei suoi giorni da giocatore, questa sera quando il suo Real Madrid affronterà il Dortmund a Wembley.

Parlando a UEFA.com, il 64enne ripercorre i risultati raggiunti finora e spiega cosa si aspetta dalla quarta avversaria stagionale del Real Madrid in Bundesliga, a Londra.

Sulla stagione del Real

La caratteristica principale che il team ha dimostrato quest’anno è l’atteggiamento coeso, così come la concentrazione e il lavoro di squadra.

Nonostante qualche difficoltà iniziale, è stata un’ottima stagione e l’affiatamento e la professionalità del gruppo ci hanno permesso di superare tutte le sfide.

C’è un equilibrio tra i giocatori più anziani che danno l’esempio e quelli più giovani con la loro altissima qualità.

Ciò ha permesso al nostro Club di superare questa fase di transizione nella quale ci troviamo tuttora.

Sulle sue stelle esperte

Nacho è davvero cresciuto qui. È arrivato dalle giovanili, quindi ha vissuto quell’epoca.

Non è sempre stato un giocatore titolare, ma ogni anno ha saputo ritagliarsi un po’ di più la sua identità fino a diventarne il capitano.

È un grande esempio di concentrazione e professionalità

Toni Kroos rimane una forza potente, proprio come Luka Modrić. Sono ancora giocatori fondamentali per la squadra, anche se da quando sono entrati i giovani forse adesso contiamo un po’ meno su di loro.

Adesso conta più la qualità che la quantità ed entrambi hanno avuto un’ottima stagione.

Sulla sfida del Dortmund

In primo luogo, meritano di arrivare in finale perché hanno fatto delle ottime prestazioni nei turni precedenti, battendo squadre molto forti come l’Atlético de Madrid e il Paris.

Sono una squadra molto solida e affiatata, con grandi giocatori. La loro prestazione difensiva contro il Paris mi ha sorpreso.

Siamo davvero felici di giocare l’ennesima finale. I nervi arriveranno, ma puntiamo a farli arrivare il più tardi possibile. Dobbiamo cogliere questo momento, questa grande partita, la partita più bella dell’anno, e anche la più bella da vivere.

Sulle riflessioni sulla Champions League

Ho provato le emozioni più grandi in questa competizione: le mie più grandi emozioni positive così come le mie più grandi emozioni negative.

Non posso dimenticare la finale [del 1984] che abbiamo perso contro il Liverpool quando ero alla Roma, né l’altra finale che abbiamo perso contro il Liverpool nel 2005 [da allenatore del Milan].

Ma ci sono anche tanti ricordi positivi. Sicuramente prevale la passione, ed è questo che mi fa andare avanti.

Sulla sua evoluzione da allenatore

È molto importante continuare a imparare perché la vita cambia e il calcio cambia, ed è fondamentale mantenersi aggiornati. Molto importante è anche il rapporto con i colleghi e lo scambio di idee con loro.

Se proponessi quello che facevo 20 anni fa da allenatore tutti mi prenderebbero per scemo perché cambiano le cose, cambiano i metodi e gli allenamenti, quindi bisogna stare al passo con i tempi.

Fonte UEFA.com – Articolo a cura di Stefano Ghezzi – SportPress24.com 

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