“La Lazio è campione d’Italia”, il ricordo della banda Maestrelli a 50 anni dal primo Scudetto

“Sono le 17 e 45 del 12 maggio la Lazio, che ha battuto il Foggia di misura e su rigore, è campione d’Italia” sono queste le celebri parole pronunciate dal radiocronista Enrico Ameri per annunciare la fine di Lazio-Foggia 1-0 ed incoronare la squadra di Maestrelli campione d’Italia. Oggi 12 maggio 2024 cade il 50esimo anniversario da quella storica vittoria che consegnò il primo Scudetto della storia della Lazio e ripercorrere le gesta di quella squadra è il modo migliore per ricordarla e celebrarla.

LA NASCITA DELLA BANDA MAESTRELLI

Per raccontare al meglio questa leggendaria cavalcata è d’obbligo iniziare a raccontare una storia che inizia il 7 giugno 1971 quando Tommaso Maestrelli diventa allenatore della Lazio. Il tecnico arrivava da una retrocessione con il Foggia ed era chiamato a riportare la Lazio in Serie A dopo una stagione disastrosa. Nell’unione di intenti e nello scetticismo generale, Maestrelli decise di portare a Roma le sue idee innovative di calcio basate su pressing alto ed asfissiante che creò le basi per quello che oggi conosciamo come gioco a zona. Il concetto di modulo venne completamente rivoluzionato e superato da questa squadra che ebbe il grande pregio di dare un contributo attivo alla storia del gioco del calcio.

La sua Lazio si reggeva sull’abilità nella marcatura a uomo di Giancarlo Oddi affiancato dal capitano Pino Wilson, già istruito per dominare la zona. Tutti gli altri erano liberi di attaccare la porta avversaria ma con il compito di ripiegare anche in fase difensiva; sostanzialmente stiamo parlando di concetti ripresi ed elevati al quadrato dalla grande Olanda di Michels con il calcio totale. Con queste premesse, la Lazio non ebbe grande difficoltà a centrare la promozione in Serie A nella stagione 1971-1972 e riuscì anche a togliersi lo sfizio di battere la Roma in un derby di Coppa Italia.

L’APPROCCIO CON LA SERIE A

Il passaggio di categoria portò con sé anche un calciomercato molto importante che, però, vide anche la partenza di uno dei principali artefici della promozione ossia Giuseppe Massa che decise di firmare per l’Inter. La campagna acquisti si concluse con l’arrivo di Frustalupi, Garlaschelli, Petrelli, Martini, Pulici e Re Cecconi – pupillo di Maestrelli dagli anni al Foggia -. I nuovi arrivi si andavano a sommare ad una rosa già ben preparata con un Chinaglia in grande forma accompagnato da leader assoluto Pino Wilson e da un giovane Vincenzo D’Amico pronto a farsi conoscere nel calcio che conta.

Il cuor gentile di Maestrelli fu la chiave per tenere insieme uno spogliato fatto di personalità di altissimo spessore che, la domenica, scendevano in campo giocando un calcio esteticamente godibile e molto efficace. I risultati furono chiari fin da subito e stupirono tutto il mondo. La Lazio spiccò il volo nella stagione 1972-1973 concludendo al terzo posto dietro Juventus e Milan da neopromossa e sfiorando perdendo lo Scudetto all’ultima giornata.

LA STAGIONE 1973-1974

All’alba della stagione 1973-1974 la Lazio si presentò con ottimo argomenti per ribadire e migliorare il risultato ottenuto nella precedente annata. Il 7 ottobre del 1973 la Lazio si presenta al Menti di Vicenza e inizia il suo campionato con un sonoro 0-3 nei confronti dei padroni di casa con le reti di Chinaglia, Re Cecconi e Garlaschelli. Da qui in poi, i biancocelesti non si fermano più e arrivano a chiudere il girone d’andata da campioni d’inverno. La cavalcata verso il primo Scudetto sembrava essere una passeggiata per quella squadra ma, a sei giornate dal termine, arrivò il Verona.

Quel 14 aprile del 1974 portò gli uomini di Maestrelli a rivivere le brutte sensazioni di un anno prima dopo la fine del primo tempo. Infatti, il Verona era riuscito ad andare negli spogliatoi con il risultato di 1-2 nonostante l’enorme mole di occasioni create dai biancocelesti. Il nervosismo era alle stelle e i calciatori della Lazio stavano tornando negli spogliatoi quando Maestrelli sbarrò la porta e rimandò tutti in campo ad aspettare la fine dell’intervallo. Quei minuti furono surreali e videro i calciatori della Lazio fermi nel rettangolo di gioco ad aspettare il rientro del Verona e con uno stadio che era ormai diventato incontenibile. Il risultato? Garlaschelli pareggiò dopo quattro minuti mentre Nanni e Chinaglia completarono la leggendaria rimonta.

LAZIO CAMPIONE D’ITALIA

Dopo la vittoria contro il Verona era ormai chiaro che quella Lazio non poteva essere fermata. Per aspettare la matematica, i biancocelesti dovettero attendere il 12 maggio del 1974 per festeggiare la vittoria dello Scudetto. Nella penultima giornata fu il Foggia ad essere battuto dagli uomini di Maestrelli che vinsero grazie ad un rigore di Chinaglia e regalarono il primo storico Scudetto della storia della Lazio. In quei momenti la gioia era incontenibile ma solo a posteriori possiamo davvero capire che cosa aveva creato l’alchimia tra i tifosi, Maestrelli, i calciatori e il presidente Lenzini.

Nelle stagioni che vanno dal 1970-1971 al 1979-1980 la Lazio fu l’unica squadra non del Nord a vincere lo Scudetto e, insieme al Torino, riuscì ad interrompere un dominio di Juventus, Inter e Milan capaci di vincere 8 dei 10 campionati disputati. A distanza di 50 anni da quello storico successo la Lazio omaggerà i componenti di quella storica squadra con una cerimonia durante Lazio-Empoli ed una maglia speciale con i nomi dei protagonisti ad ornarla. Sono le imprese come quella della Lazio di Tommaso Maestrelli a rendere grande questo sport e a far lacrimare gli occhi di persone che quelle imprese le portano nel cuore custodendole come fossero il più prezioso dei gioielli.

Foto da X – Articolo a cura di Andrea Marino – SportPress24.com

Translate »