Esclusiva Calcio a 5: Rosinha, il cacciatore di sogni

È arrivato il tempo: la Cioli Ariccia calcio a 5, insegue la storia alla conquista della Coppa Divisione, a Riccione mercoledì contro il Lecco calcio a 5.

Nelle ore della vigilia, ne parliamo con il condottiero della realtà castellana, Pires Everton per tutti Rosinha.

Mister, è arrivato il tempo di questo appuntamento con la storia, con che spirito lo affronterete?

“Lo spirito è sempre lo stesso, giocare con coraggio, che è il fattore che ci ha portato fino a qui.

Abbiamo affrontato tutto il cammino verso la finale lottando per raggiungere questo importante obiettivo. Lo facciamo per noi stessi, ma anche per la società e per i tifosi, che ci seguiranno dal vivo o da casa.”

Oramai da anni, è sotto gli occhi di tutti, l’enorme lavoro fatto, in questo ciclo ad Ariccia. Pensi che ancora molto da dare in questa piazza così esigente e da grandi tradizioni?

“Ho imparato nella vita che chi semina raccoglie, e che il lavoro paga sempre. Questi ragazzi hanno sposato in pieno quello che sono le mie idee.

Spesso mi rendo conto di essere molto esigente, ma questo è il segreto per ottenere i risultati.

Non c’è una formula magica, ma sono attorniato da persone serie, che sono molto unite tra loro e che cercano sempre di migliorarsi giorno dopo giorno.

Oltre ai grandi valori tecnici, è questa abnegazione al lavoro che farà sempre la differenza, nelle loro carriere, aiutandoli a raggiungere risultati anche come gruppo”

Il lavoro coi giovani, a partire dalla scuola calcio fino al settore giovanile, è una cosa che curi con minuziosità in tutta la filiera.

Cosa ci puoi dire a riguardo di questo vero e proprio fiore all’occhiello di questa società?

“Da sempre Il lavoro coi giovani, a maggior ragione in virtù delle nuove regole sui formati, deve essere affrontato nel giusto modo, sin dalla scuola calcio.

Se noi formatori, lavoriamo con serietà e progettualità, cercando di trasmettere oltre ai principi di gioco, come si affronta la settimana di allenamento e preparazione alla gara.

I ragazzi, di conseguenza, crescono con la giusta mentalità, e questo processo di formazione è importantissimo per il ricambio generazionale facendo in modo che i ragazzi arrivino a giocare in prima squadra.

Sono onorato, ma so anche di avere una grande responsabilità in questa società, e io con i miei collaboratori siamo consapevoli di dover trasmettere tutte le conoscenze necessarie alla maturazione degli atleti”

Tralasciando il focus sulla finale, quale è per te il bilancio di questa stagione in A2?

“Parlando della prima squadra, essendo al primo anno di serie A2, possiamo ritenerci soddisfatti di aver raggiunto i play off.

Abbiamo avuto un avvio molto complicato, in un girone difficile ed equilibrato.

Nella seconda parte della stagione, siamo stati in grado di recuperare il terreno perduto, e ora sognare non costa nulla, affronteremo sicuramente squadre attrezzate, ma noi non vogliamo porci dei limiti, lotteremo con tutte le nostre forze per cercare un altro salto di categoria, consapevoli, che, se non dovesse riuscirci, ci proveremmo la prossima stagione, con una dose di esperienza in più.”

Quale è stata la gioia e la delusione più grande, in questo ciclo alla Cioli?

“La gioia più grande è stata sicuramente la conquista dello scudetto con l’under 19, senza aver mai perso una gara.

E’ stato frutto di un percorso e una programmazione, avvenuta nel tempo.

Una emozione indescrivibile. Per la delusione, sicuramente ma non riguarda il campo, è stata la privazione dell’allenamento e della gioia della gara, durante il periodo della pandemia.

L’ho vissuta veramente con grande amarezza, e lo ricordo sempre anche ai ragazzi, quanto siamo fortunati a poter allenarci e gareggiare, ogni settimana.

Bisogna dare grande valore a questa cosa, e capire quanto siamo fortunati.”

Parlando sempre dei giovani, tuo punto di forza, qualcuno che ti ha colpito di più in questi anni, e qualcuno invece che ti ha deluso e su cui puntavi maggiormente e non è esploso come doveva?

“Non mi piace parlare dei singoli, e io non lo faccio mai.

Ci sono varie priorità nella vita, e tutti riescono a realizzare il proprio percorso, chi realizzandosi nel lavoro, nello studio o nella famiglia, chi invece riuscendo nel percorso sportivo, e molti di loro sono approdati anche alle categorie nazionali.

Noi dobbiamo solo metterli in condizione di fare le migliori scelte per la loro vita”

Hai una esperienza notevole alle spalle, sia da calciatore che da tecnico, anche in piazze importanti, e con tante vittorie in bacheca. Come riesci a trovare sempre nuovi stimoli per continuare nella tua carriera, occupandoti di tutto a 360 gradi per 24 ore al giorno?

“E’ importante trovare gli stimoli, ogni giorno. Ho avuto bei trascorsi da giocatore, ma ho avuto anche la fortuna di trasformare la mia passione in un lavoro. Mi reputo fortunato e ringrazio Dio per questo.”

Grazie Rosinha, e citando una celebre canzone, ti auguriamo che il meglio deve ancora venire.

Articolo a cura di Roberto Martin – Sportpress24.com

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