Coppa Italia | Lazio-Juve, Tudor: “Dobbiamo crederci fino alla fine, poi si vedrà. Spero che…”

La Lazio vuole la rimonta in Coppa Italia. Dopo aver stabilizzato il volo verso un posizionamento europeo con le recenti vittorie in campionato, i biancocelesti domani cercheranno di ribaltare la sconfitta dell’andata subita all’Allianz Stadium per mano della Juventus. Di questa delicata sfida ha parlato in conferenza stampa il nuovo tecnico biancoceleste Igor Tudor rispondendo alle domande dei giornalisti. Di seguito le sue parole:

Cosa chiede alla squadra e ai tifosi domani per fare l’impresa?
E’ una gara importante perchè si gioca per andare in finale. Giochiamo contro una squadra forte e con un risultato non facile ma va provato fino alla fine con tutte le forze di passare, bisogna crederci. Bisogna fare una partita perfetta, non sbagliare niente e andare con tutte le forze. Questo è il nostro obiettivo, poi vediamo cosa succede”.

Quanto manca a questa Lazio per essere quella che Lei ha in mente e se la determinazione di Genoa può bastare a ribaltare il risultato?
“Come ho detto prima, per ribaltare dobbiamo fare tuto per bene. Poi di percentuali è sempre difficile da capire. Penso che abbiamo fatto tante belle partite da quando sono arrivato e imposto un calcio diverso. Io non mi accontento mai, cerco sempre di migliorare e  crescere. A volte faccio un passo indietro ma dopo due in avanti. Sono contento del percorso tracciato. Vedo convinzione, partecipazione e voglia di fare le cose giuste anche da parte dei giocatori. Diciamo che siamo sulla strada giusta”.

Che tipo di partita servirà alla Lazio per fare l’impresa?
“Abbiamo fatto due gare contro di loro, poi ogni partita è a sé. Cambia tutto, cambiano interpreti. Sì c’è una base che è sempre la stessa ma ci sono particolari che la possono indirizzare da una parte o dall’altra. E’ difficile, ma il bello del calcio è questo, bisogna credere con tutte le carte che abbiamo. Spero sia una partita lunga. I ragazzi sono motivai e ci credono. E’ bello quello che go visto. Oggi facciamo rifinitura e vedo quelli che partono domani“.

Ha idea se gioca Castellanos? Cosa gli manca per la svolta? Immobile e Guendouzi possono rientrare?
“Matteo ha fatto due allenamenti belli e sarà convocato, idem Ciro. Taty gli ho parlato. Abbiamo fatto una bella chiacchierata per capirci meglio ed è un ragazzo per bene che ci tiene tanto a volte pure troppo. Ha delle doti interessanti che non ha ancora espresso al massimo e lui se ne rende conto e gli pesa. Io provo, cerco di tirare il massimo di tuti i giocatori. Per me ha fatto con la Salernitana un’ottima gara, anche se non ha segnato. Agli attaccanti pesa non segnare ma deve essere concentrato e invece che pensare al gol invece deve pensare a come arrivare al gol questa è la emdidina per tuti gli attaccanti”.

Luis Alberto gioca? Felipe Anderson torna nel suo ruolo in attacco?
“Felipe ha sempre giocato nel suo ruolo. Il suo ruolo è anche la fascia. Prima sulla fascia giocava alto, di attacco, solo che ora è centralmente mentre prima lo era sulla fascia. Luis ha giocato quasi sempre”

Lotito ha detto che crede in Lei, per fare l’impresa basta il carattere o cosa serve in più? Lazzari ce la fa? se no chi al suo posto?
Manuel è in dubbio, ha un fastidio. Le parole del presidente fa piacere da sentire. Quando si parla di impronta di allenatore penso che si deve valutare attentamente tutto perché il lavoro di allenatore è complicato e bastato su tante cose e non solo il carattere. C’è lo stile di gioco, la tattica, etc. le analisi devono essere profonde. Nella mia carriera ho visto tante etichette ed esagerazioni. Io penso che si deve valutare attentamente gli allenatori quando li descrivi. Questo è il mio pensiero.

Domani per vincere serve tutto oltre al carattere: serve qualità di gioco, linea di passaggio, possesso ma anche attacco spazio, aggressività su uomo ma anche compattezza, stare alti ma anche bassi. Non dobbiamo regalare niente a lungo termine per 90 minuti e eventuali  supplementari. Bisogna avere tutto, ma si vince con qualità di giocatori. L’allenatore dà una mano ma se non hai Felipe che da quella palla la se non c’è Daichi che la passa, se non c’è Matias che fa quella cosa bellissima… Spero che domani che i miei lo siano e gli avversari un po’ meno (ride, ndr)”.

Serve grande attenzione difensiva, la Lazio non ha subito gol a Genoa ma ci sono ancora errori. Cosa chiede alla difesa e quanto manca per non vedere quegli errori?
“C’è una cosa che abbiamo analizzato e ci abbiamo lavorato po’, magari perdi altro e dopo nello sviluppo del lavoro aggiungi quella roba là. Qui c’era necessita di andare su duello quando prima si giocava a zona quindi magari intanto abbiamo cercato di risolvere quello dopo raggiungiamo il resto. Non si può avere tutto subito, si lavora sempre. Più lavori su un aspetto sei più bravo in quello ma meno su altro. Adesso cerchiamo di essere su altro e sulla solidità, di stare sul pezzo non subire e stare conterai come fa la Juve. La Juve quando è bassa sono difficili da affrontare son bravi in quello”.

La Lazio fa fatica a segnare senza entrare in porta col pallone. Come si insegna il coraggio alla squadra di tirare in porta?
Dipende dalla tipologia di giocatore. Si lavora sul coraggio i andare in tanti dentro l’area, poi si lavora alle situazioni dentro come posizionarsi su cross e altro. Io contro la Salernitana ho visto 4 gol e potevamo farne altri. Ho visto cose interessanti. A Genoa non è facile creare. Noi lavoriamo tutti i giorni sui dettagli”.

La Lazio ha avuto problemi nel concludere in porta. Isaksen può essere un cursore della Lazio di Tudor del futuro?
“Analisi giusta, come ho detto prima al suo collega: le caratteristiche sono importanti. Più o meno sappiamo quanto possono segnare i giocatori e lo stile fa aumentare dl 10-20%. Gustav e’ un ragazzo per bene che mi piace, con doti. L’ho fatto giocare un po’ ma sta là e cerca il suo momento. Può giocare un po dietro e sulla fascia. Deve crescere sulla mentalità e sul peso di certe situazioni perché la serie A è un campionato tosto dove c’è fisicità e deve crescere dal quel punto di vista. E’ attento e bravo su quello che dico e lo applica subito e questo mi piace”.

Terza partia contro la Juve. Nelle 2 precedenti che cosa ha imparato e cosa può dare vantaggio? Quali sono i punti deboli della Juve?
“E’ una domanda giusta ma non do risposta (ride, ndr). 2-3 cose sono stati bravi loro e noi no mentre altre 2-3 cose in cui possiamo fare meglio. Non posso dirlo però perché sono cose da dentro la squadra”.

Mentalmente come si prepara sul singolo una partite del genere e fare l’impresa è più facile dire al giocatore che deve fare un prova incredibile o dirgli che è capace?
“Io penso che i giocatori la maggior parte se la preparano da soli. La motivazione l’allenatore te la da ma se poi tu da solo  non capisci c’è poco da fare. Ai giocatori piace fare questo tipo di gara dove le motivazioni sono al massimo e facilitano il mio lavoro. Si prepara tutto come sempre, si mette attenzione nel non sbagliare niente”.

Kamada era il più atteso in estate. Si era perso e ora si è ritrovato. Era solo una questione di fiducia? Su cosa deve lavorare?
“Ne ho parlato tanto di Kamada. Alcuni stili sono meglio per altri no. A me è successo che un giocatore con allenatore giocava tanto e con me meno. Succede nel calcio, non c’è da meravigliarsi. E’ un ragazzo completo. Ha tutte le doti di buon livello e questo è importante”.

Articolo a cura di Marco Lanari – Da Formello Michela Catena –  Sportpress24.com 

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