L’era Igor Tudor alla Lazio è ufficialmente iniziata. Dopo la breve presentazione di sé fatta qualche giorno fa a Formello, il neo tecnico biancoceleste risponde alle domande dei giornalisti presenti in conferenza stampa. Di seguito le sue parole, dopo un breve intervento del presidente Lotito:
“Ho il piacere di essere qui perchè ritenevo fosse indispensabile per portare il mio saluto. La scelta del nuovo allenatore
Tudor è la persona giusta sia dal punto vista tattico che motivazionale. La mia scelta non è per tamponare un emergenza ma per ripartite con un progetto nuovo di rilancio di questa squadra che ha le potenzialità per confrontarsi alla pari con tutti come mi ha confermato e confortato lo stesso mister. Il mio rapporto con il mister non è nato prima le dimissioni di Sarri ma dopo. Dopo aver valutato attentamente su quello che potevano essere le persone e e avevano le potenzialità per sostituirlo. Sono contento perché ho trovato una persona sana a livello morale e comportamentale. E’ come me dice le cose in faccia e non ha retropensieri“.
Prende la parola il neo allenatore della Lazio Tudor:
“Io ringrazio il presidente per le belle parole. Sono pronto alle domande“.
Che Lazio ha trovato dal punto di vista mentale?
“Ho trovato mezza squadra perché tanti sono in nazionale (ride, ndr). L’impressione è buonissima sotto tutti i punti di vista. Bravi ragazzi, disposti a lavorare. C’è una cultura di lavoro già fatta e qui va fatto onore all’allenatore precedente. E’ bello quando un allenatore viene e già c’è una cultura del lavoro. I ragazzi sanno che devono fare meglio ma partire e vedere che c’è professionalità è sempre un buon inizio. Ogni allenatore porta del suo ed io devo essere bravo, intelligente e attento nel farlo nel modo giusto mantenendo quello che mi piace e inserire le cose che sono ime come allenatore. Vedo predisposizione che mi aiuterà a fare questo sto più facile“.
Cosa l’ha fatta accettare la Lazio? Farà subito la difesa a 3?”
“La Lazio è una squadra importante. Pochi non allenerebbero la Lazio, non si danno giustificazioni perché si accetta. Si accetta perché è la Lazio e qui l’allenatore è importante. Tante squadra parlano di progetto ma quello che vedevo da fuori è che qui c’è veramente un progetto, le strutture sono ottime, etc. Ci sono tante cose che fanno lavorare bene. Sulla tattica vediamo, devo vedere ancora. Chiaramente un allenatore prende giocatori adatti al suo modo di giocare. C’è chi fatica a fare un certo tipo ti calcio, faremo valutazioni in fretta poi l’estate faremo gli aggiustamenti. Prima dobbiamo fare bene questi due mesi con tanti punti in pallio e la coppa. E’ sempre il risultato importante“.
Kamada, come rigenerarlo? Le difficoltà sono per il modulo?
“Si parla di stile di gioco, non di modulo. Un allenatore porta cose nuove anche diversi modi di giocare. Non parlo dei singoli perché devo valutare tutti bene e scelgo sempre in base a quello che vedo in allenamento. Ho visto una scritta nella palestra della Lazio che mi piace tanto e che mi rappresenta: “non è la voglia di vincere che determina, ma di prepararsi a farlo”. Io voglio vedere quello poi decido”
Lei Tudor è un sergente di ferro?
“E’ una brutta discriminazione questa. Si deve essere tutto. Un po’ di carota e bastone. Guarda noi abbiamo fatto 7 allenamenti e, credimi, non ho dovuto alzare la voce neanche una volta perché i ragazzi hanno voglia di fare perché in Italia c’è una grande cultura del lavoro a differenza di altri posti dove sono stato. Poi sì a volte bisogna stimolare e tenere sul pezzo il giocatore che si accontenta ma loro possono chiedermi tutto, tranne soldi (ride, ndr)“.
Questa fase è importante del campionato, c’è una doppia semifinale contro la Juve. Che importanza ha questa parte finale della stagione anche in vista del futuro?
“Tutto è importante. L’allenamento di oggi, quello di domani etc. Fare programmazione non serve. Credo nel presente e nel lavoro e tutto è una conseguenza di questo. Noi vogliamo partire forte. Non sarà facile trasmettere in poco tempo tanto ma non vuol dire che non si deve vedere qualcosa già da subito. Ora tornano i nazionali, vengono subito gare forti e questo mi piace. Credo nel progresso e nel miglioramento attraverso il lavoro ed il sudore. Servono per anche i fatti, poi sono i giocatori che decidono. Noi siamo qua ma è la loro qualità e voglia a farci vincere. Io sono contento che li vedo pronti. C’è un po’ di tutto e penso che si può fare bene”.
Lei ha contratto fino al 2025. In che modo programmare la stagione?”
“A me sinceramente del contratto adesso non importa. Adesso lavoro bene e posso andare a casa domani. C’è la fiducia ci sono le parole. Vivo di presente e del mio lavoro se faccio bene siamo tutti contenti e vado avanti”.
Si è parlato tanto del rapporto di Tudor con Guendouzi, ci può chiarire? Considera quinto posto raggiungibile?
“E’ vero se ne è parlato tanto e non so perché. Sui posti non mi posso esprimere, sono cose virtuali. Io posso parlare dell’allenamento di domani. Con Matteo ho un ottimo rapporto è un sanguinoso che vuole giocare sempre ma siccome non le può fare tutte ogni tanto esco cose di campo ma niente di più. Sono contento di ritrovarlo perché è una personalità importante e ha un’esperienza importante. Faremo belle cose insieme”.
La Lazio è la sua prima grande squadra e debutta con la Juve cosa ne pensa?
“Ora conta poco. Bisogna prepararsi al meglio farle bene. Le motivazioni per me sono sempre al 100%, in tutte le gare. I ragazzi ci tengono, è normale. Anche io da giocatore ero molto motivato contro le big. Io martello di più quando dobbiamo affrontare le piccole. Sono due belle sfide. Poi c’è anche il derby. Si parte come si deve. Sono felice di essere qua”.
Quanto è importante recuperare Immobile?”
“Ciro ha fatto al storia. Poi succede qualcosa e sembra chissà che. Ciro ha l’amore di tutti i laziali ma appena esce una casetta si fa al notizia. E’ un ragazzo di cuore che ci tiene tanto. Ci ho parlato un paio di volte e l’ho visto voglioso di dare il suo contributo. L’ho visto in panchina tenerci, è una cosa bella. Lui è un capitano”.
Cosa intende nell’attaccare con tanti uomini?
“E’ un dettaglio tattico. Generalmente mi piace un calcio offensivo. Poi c’è sempre equilibrio. Infatti dobbiamo avere attenzione vedendo i giocatori che abbiamo e capire cosa ci possiamo permetter e cosa no. Se possono reggere le distanze etc. Vedendo la rosa penso che faremo in fretta”.
Che caratteristiche devono avere i suoi centrali di centrocampo?”
“Vediamo prima come gioco, lei dà per scontato che faccio il 3421. Comunque devono avere tutto: giocare, intercettare, devono fare bene le due fasi e con intelligenza tattica”.
Un problema della Lazio era che non recuperava molto gli svantaggi, le sue squadre ribaltano spesso. Dipende dall’allenatore o dalla squadra?
“Domanda difficile. Non so rispondere perché ci sono tanti fattori in mezzo. Se tu vinci e ti ribaltano dicono che non sei pronto fisicamente, poi la domenica dopo rimonti e cambia tutto. Io dell’allenatore precedente non posso commentare. Stimo molto Maurizio Sarri e lo saluto perché ha fatto al storia con quel calcio a Napoli ma non mi permetto di commentare il passato”.
Nel suo calcio c’è la possibilità delle due punte?
“Sì potrebbe succedere certo”.
Spesso si parla di obiettivi. Ne avete parlato con la società? Ha chiesto un ruolo centrale nel mercato?
“Gli obiettivi è fare il massimo poi vediamo. Con la società abbiamo un rapporto di collaborazione e e faremo tutto all’interno del club”
Manterrà l’atteggiamento tattico di Sarri o farà la difesa a tre?
“Ho già risposto non voglio parlare ora di come giocherò è una cosa di campo che vedrò con i giocatori”.
Qual è l’aspetto migliore che si porta la Lazio di Sarri e che Tudor farà suo? Su cosa c’è da migliorare?
“Anche qui in parte ho risposto. C’è questa predisposizione al lavoro che aiuta il nuovo allenatore a lavorare bene, c’è ordine nella linea difensiva, c’è un modo fatto bene dall’allenatore precedente. Qualcosa voglio lasciare di quel calcio e aggiungere le cose nuove. Non posso entrare nei dettagli perché chiede tempo e deve stare interna negli spogliatoio”.
Lei ha valorizzato diversi giocatori in attacco. Lei si adatta al materiale che ha a disposizione?
“Sì l’allenatore si adatta sempre la materiale che ha. Poi ognuno risponde diversamente agli esercizi. Tu puoi fare le stesse cose ma sono simili, non uguali le reazioni. Per questo è fondamentale che l’allenatore si adatta senza ovviamente rinunciare al suo. Quanto? Dipende dalla bravura dell’allenatore”.
Romagnoli ha giocato sempre a 4, Casale lei lo cosce ma ha avuto alti e bassi. Il punto sulla difesa?
“Sono difensori bravi. A voi piace parlare dei numeri ma per me l’importante è che sono forti. Poi ad alcuni magari serve più tempo ad altri no. Ho un gruppo di giocatori interessanti dietro ora torna anche Patric, c’è anche Gila, c’è Marusic Lazzari, etc. Sono giocatori importanti”.
Lei Tudor ha visto il calcio italiano e estero. Che immagine ha l’Italia dall’estero e l’immagina della Lazio
“Il calcio italiano è sempre stato tattico. Siamo più forti nel tatticismo e nella capacità di adattarsi. All’estero c’è più ritmo, vedi per es. il campionato inglese. Io vedo sempre che il calcio che verso la fisicità e la velocità senza rinunciare ovviamente alla linea di passaggio, alla struttura della squadra etc. Non è solo il ritmo che ti fa giocare bene ma perché rinunciare a questo? Nel calcio inglese in 5 secondi arrivi a tirare in porta, qui in Italia è diverso ma è un campionato difficile perché sono tutti preparati bene.”
Lei è contento di partite forte, che impatto ha avuto con l’ambiente sapendo che il derby è importante?
“Che sono contento di partire forte lo dice lei. L’impatto è stato bello. Sono in centro sportivo e sfruttiamo ogni minuto. mi sento bene, la società mi ha dato tutto a disposizione e non vedo l’ora che iniziano le partite”.
Tudor ha segnato 2 gol alla Lazio ha mai pensato che la Lazio fosse nel suo destino?
“C’è stata la possibilità di andare in prestito alla Lazio qualche anno fa. Qui c’è stato il mio amico Alen Boksic che ha fatto la storia. La Lazio è una squadra che da sempre stata dura, tosta e di qualità. Non avrei pensato di allenarla un giorno e sono contento di farlo”.
Sarri disse che voleva vedere il divertimento. La sua idea di calcio? Ha parlato con Boksic?
“Con Alen sì ci siamo scambiati dei messaggi. Del mio calcio vedremo. Voi spesso etichettate un allenatore ma nel calcio di oggi non si rinuncia a niente, offensiva difensiva, contropiede, si da tutto ad una squadra. Quando io parlo di divertimento intendo che a me piace vincere, non far divertire la squadra. Se non mi piace quello che vedo in tv durante una partita dopo 10 minuti cambio canale. La gente vuole vedere vincere la squadra ma se non gli piace è diverso. Io ci provo a non vincere per caso. Poi se devi fare catenaccio per vincere lo fai, un po’ di italianismo serve sempre”.
Cosa le ha dato l’esperienza all’estero?
“Io ho smesso di giocare presto e ho iniziato ad allenare da giovane. Ho un bagaglio importante all’estero e questo è importante. Poi avere una cultura del lavoro è importante. Aver passato così tanti anni all’estero è stato importante per scegliere una via”.
Il presidente ha detto che lei on è stato cercato prima delle dimissioni di Sarri. Lei invece si aspettava una chiamata per la panchina della Lazio? Qualche giocatore le ha parlato del derby?
“No nessuno mi ha parlato del derby. Sono facile di essere qua, per me le partite sono tutte uguali poi è chiaro che il fatto che derby arriva presto e sono felice di assaporarlo ma prima abbiamo due gare importanti”.
Sarri disse che Luis Alberto non è il suo tipo di trequartista. Per lei lo è? Cosa pensa del fatto che alcuni giocatori siano a fine ciclo?
“La risposta è uguale uguale a quella che ho dato per i i difensori, l’importante è che sono forti e lui lo è. Vediamo dove metterlo. Può giocare anche davanti alla difesa se vogliamo essere super offensivi. E’ forte ed è qua da anni. Lo vedo motivato e voglioso. Oggi ha fatto un bell’allenamento. Sui fine ciclo? Non esiste. Ci sono giocatori forti e quelli no, quelli che ce la fanno e quello non ce la fanno. E’ un modo di dire questo del “fine ciclo” che non mi appartiene.
Il calcio di Tudor è molto fisico e veloce e di pressione. La Lazio è la più vecchia che lei ha allenato. Questo può incidere?
“Più che l’età sono importanti le caratteristiche. Perché magari hai 30 anni e sei una bestia o magari ne hai 23 ma non corri. Sì con i giovani è più facile ma sono le caratteristiche che fanno al differenza. Bisogna fare bene e vedere chi può e chi no. Come succede ovunque. Viene un allenatore nuovo e vede chi è adatto e chi no per il suo calcio”.
Articolo a cura di Marco Lanari – Da Formello Michela Catena – Sportpress24.com