La Serie A cambia. Qualcuno dice: ” era ora” per altri invece, è semplicemente un primo passo verso la modernità. Quel calcio di valori e nostalgia non esiste più ma soprattutto bisogna entrare nell’ottica di uno sport che riesca ad essere ancora attrattivo e portare in Italia capitali. L’arrivo delle proprietà straniere è visto di buon occhio ma nasconde anche qualche piccola lacuna del sistema. Chi vuole investire in un campionato meno competitivo di altri in Europa evidentemente ha già in mente altri progetti. Il grande dibattito sul futuro del nostro sport è arrivato forse al suo punto di non ritorno. Ecco perchè le prossime novità dovrebbero aiutare il prodotto calcio italiano a ritrovare appeal e nuovi possibili investitori. Potremmo essere arrivati finalmente a un cambiamento storico.
Serie A, si cambia
La rivoluzione Serie A, o perlomeno c’è chi la definisce così. Di sicuro la sostenibilità non andrà ricercata soltanto dal punto di vista economico ma prima ancora logistico e organizzativo. Ecco perchè la Serie A e a cascata gli altri campionati minori sono destinati a cambiare i connotati. Secondo quando riportato da Sportitalia infatti il presidente Gravina avrebbe aperto le porte al cambiamento. Il rischio concreto però è che vengano messe a rischio le storie di ben 46 club professionistici. Tutto parte dal problema delle tante partite che si giocano ogni settimana, con conseguenze come infortuni ed eliminazioni cocenti delle migliori competizioni continentali. L’Italia e la FIGC in particolare starebbero pensando ad un nuovo modello di calcio. Meno squadre in campo ed in ogni campionato. La Serie A passerebbe dalle attuali 20 squadre a 18. Tagliare quindi la metà dei nuovi giovani talenti anche per Serie B e C. Un calcio in continua evoluzione e che forse tornerà presto a ricordarci il passato.
Articolo a cura di Beatrice Bezzi- Sportpress24.com