Quindi il favorito era molto probabilmente il neozelandese Chris Amon. Si era qualificato in pole e aveva condotto gli scambi iniziali, ma la sua sfortuna era famigerata e quindi non poteva contare i suoi polli.
La sfortuna colpì ancora, poiché quando fece per strappare parte della sua visiera Amon strappò via il tutto dal suo casco, ostacolandogli la vista per il resto della gara.
Ha tagliato il traguardo sesto, a più di 30 secondi dai cinque che hanno raggiunto l’arrivo in tribuna.
Ronnie Peterson è stato in testa per gran parte della gara nella sua marcia, ma era seguito dal compagno di squadra di Stewart alla Tyrrell, Francois Cevert, dal pilota della Surtees Mike Hailwood e dalla coppia della BRM Howden Ganley e Peter Gethin.
Quest’ultimo non era molto apprezzato come potenziale vincitore. Aveva fatto il suo debutto in F1 solo un anno prima e, prima di quel giorno in Italia, non aveva mai condotto un solo giro di gara.
Ma mentre Peterson si preoccupava di difendersi da Cevert, Gethin si faceva strada senza essere notato e presto passò dal quinto posto a essere proprio in coda al leader.
Il BRM ha condotto per due giri prima di essere ripreso di nuovo e, all’inizio dell’ultimo giro, Peterson era di nuovo in testa con Cevert che sembrava il più propenso a sfidarlo.
UNA FORMULA 1 CHE MANCA…
La Tyrrell è andata avanti ma è stata frenata da Peterson all’ultima curva.
Ma poiché lo svedese correva leggermente largo, Gethin si avventò.
Li ha superati entrambi per prendere il comando dirigendosi verso la bandiera e, nonostante i disperati tentativi di Peterson di sfruttare la scia per riprendere, è stato il 30enne del Surrey a raggiungere per primo il traguardo.
Gethin era solo un centesimo di secondo davanti al secondo classificato.
Al terzo posto, Cevert era solo ottocentesimi più indietro. Hailwood era a 0,18 secondi dal vincitore al quarto posto, mentre anche il quinto classificato Ganley ha tagliato il traguardo a un secondo da Gethin.
Per quanto riguarda il vincitore a sorpresa della gara, quell’ultimo giro era solo il terzo, insieme agli altri due precedenti nella gara, che aveva guidato in tutta la sua carriera in F1.
E i nove punti raccolti per la vittoria costituivano la maggior parte degli 11 che riuscì a ottenere durante la sua corsa in questo sport.
E lo ha fatto in una gara che ha stabilito un nuovo record per la gara di F1 più veloce di sempre, con una velocità media da leccarsi i baffi di 242,6 km/h.
Quel record durò più di tre decenni, finché non fu battuto al Gran Premio d’Italia del 2003, sempre a Monza.
Per quanto riguarda il record di arrivo più ravvicinato, è ancora valido, ma è quasi battuto nel 2002.
Rubens Barrichello vinse il GP degli Stati Uniti in circostanze controverse mentre il compagno di squadra della Ferrari Michael Schumacher, che aveva già vinto il campionato del mondo di quell’anno, decollò mentre era in testa alla classifica.
Il rettilineo finale per consentire al brasiliano di arrivare primo sul traguardo con un distacco di 0,011 secondi.
Articolo a cura di Stefano Ghezzi – SportPress24.com