Dino Zoff: “La Lazio ha le carte in regola per entrare in Champions”

Ieri sera in esclusiva ai microfoni di “Cuore di Lazio” è intervenuto l’ex presidente ed ex allenatore della Lazio, Dino Zoff. Diversi gli argomenti trattati, dalla corsa Champions alla questione portieri, passando per Gascoigne. Di seguito le sue parole:

Qualche giorno fa è scomparso Gianmarco Calleri, qual è stata la scintilla che vi ha messi in contatto per far sì che lei venisse alla Lazio?
Finito con la Juventus Regalia e appunto Calleri sono venuti a Torino e ne abbiamo parlato, si è deciso di avere un rapporto e sono arrivato a Roma. Il rapporto con Calleri è sempre stato ottimo, anche Regalia è una persona a modo, e quindi abbiamo cominciato questa avventura con Calleri che ha dato una svolta alla Lazio che veniva da momenti molto particolari

In un’intervista Nesta racconta l’episodio che causò l’infortunio di tibia e perone di Paul Gascoigne. Quale fu la reazione quando il sedicenne Nesta causò infortunio di “Gazza”?
Questo incidente accadde in un campetto ridotto con il possesso palla ma credo che non abbia avuto nessuna responsabilità Nesta in questo scontro. E’ che Gascoigne ogni tanto faceva delle cose fuori da ogni canone e quindi andava incontro anche ad infortuni seri. In questo caso lo è stato veramente perché fece un’entrata senza senso su Nesta e si fece male lui. Ecco Nesta in quella situazione non c’entrava assolutamente niente.

Tuttavia Nesta disse che a parte il mister e lo stesso Gascoigne, gli altri reagirono male:
No non è vero. Certo, per noi Gascoigne era un pezzo importante però non potevamo fare niente contro l’estro, a volte esagerato, di Gazza”.

Che ricordi ha della tifoseria biancoceleste che a volte contesta ma tante altre volte si innamora dei suoi miti?
Ma sai io sono uno che va avanti per la propria strada. Certamente in alcuni frangenti la squadra non veniva da situazioni straordinarie e quindi io non ho fatto molto per imbonirmi la stampa. Di conseguenza una piccola parte dei tifosi contestò. A volte venivano anche agli allenamenti a Tor di Quinto e c’era da litigare anche lì (ride, ndr) ma faceva parte del momento di quella Lazio”.

Tornando all’attualità ed in particolare ai portieri di casa Lazio: c’è qualcosa in cui Provedel somiglia a Dino Zoff? Inoltre, si può dire che i recenti errori di Maximiano siano una conseguenza naturale del fatto di giocare poco?
Su Maximiano, certamente giocare poco non aiuta, è vero. Però non sono in grado di dire la forza di questo portiere perché si è visto pochissimo a parte qualche errore, però nella sostanza non saprei cosa dire. Fin qui è ancora da valutare e da vedere. Provedel invece sta facendo ottime cose. E’ un portiere quadrato che dà tranquillità e sicurezza ed è abbastanza completo, direi che il suo campionato lo sta facendo alla grande. In cosa mi somiglia Provedel? Diciamo il suo modo di stare in campo che dà una certa fiducia alla propria difesa“.

Qual è stata la sua miglior dote in porta?
Prima di tutto un portiere di un certo livello deve essere completo. Poi la migliore dote sono le uscite basse sui piedi. Inoltre il fatto di essere padrone dell’area piccola nelle palle alte: adesso molti portieri, pur avendo una statura straordinaria, respingono tutti di pugno. Il pugno va adottato solo in caso di emergenza”.

Lei non ha mai perso un derby. Come preparava la stracittadina? Quale aspetto curava di più per arrivare bene al derby e far vincere la squadra?
Cercavo di prepararla il meno possibile. Perché il rischio dei derby non è caricare la squadra, perché la squadra si carica da sola: con la gente che incontra, etc. Quindi io ho sempre pensato di fare il contrario: invece di caricarla, la scaricavo. La facevo tranquilla, non ero così pressante la settimana, non volevo esagerare nella concentrazione che poi, quando passi il limite, diventa deleteria. La mia squadra ha giocato il derby con determinazione ma mai con l’affanno e con quelle cose lì. Quindi ho sempre adoperato una settimana dove non incentivavo perché la squadra va già a mille. L’allenatore non deve rompere le pa** che domenica c’è il derby etc. perché si rischia che vanno fuori di testa e vanno oltre andando in contro a squalifiche etc. Questa è stata la mia strategia, perché conoscevo l’ambiente. La concentrazione non bisogna mai superarla”.

Un aneddoto biancoceleste:
Io conoscevo la Lazio molto prima di arrivare, quando ero ancora giocatore, perché ho fatto il militare con il grande Chinaglia. Quindi ho passato dei periodi lunghissimi perché venivamo entrambi da Napoli: lui dall’Internapoli, io dal Napoli e ci siamo ritrovati a Roma (Cecchignola)”.

E’ stato difficile gestire Gazza? E come giudica la gestione di un altro carattere particolare come Luis Alberto?
No Gazza fa parte di quei personaggi che non si gestiscono (ride, ndr). Quindi la mia forza era di non gestirli perchè era inutile, bisognava solo prendere il meglio a piccole dosi. Gazza era ingestibile, non c’era verso (ride, ndr). Ho cercato di tirare fuori il meglio cercando però di lasciarlo nel suo modo di fare, era un’artista quindi non sempre ammirato. Mi dispiaceva quando andava oltre con il comportamento poco da atleta, questo mi dispiaceva perché gli volevo bene e gli voglio bene. Era proprio un’artista. Non c’entra nulla con Luis Alberto, è un’altra cosa”.

Zoff è sempre stato emblema di pacatezza, ed è stato l’unico nel mondo dello sport ad usare la parole “dimissioni” quando qualcosa non andava bene:
Era una situazione in un determinato modo, ormai è passata“.

Secondo lei questa lotta Champions come finirà? Una sua previsione:
Ma guarda io la previsione te la do subito. Bisogna aspettare e vedere i punteggi della Juventus. Se fossero confermati i punti di penalizzazione, la Lazio è la prima di quelle 2/3 concorrenti che ha la possibilità ed il dovere di inserirsi tra le prime 4. Il Napoli ormai da un’altra parte, poi rimangono 2-3-4 squadre… La Lazio ha tutte le carte in regola per farlo, è quasi un dovere riuscire ad entrare in questo quartetto”.

Il 13 febbraio 2001 la Lazio perse 3 a 2 in casa del Real Madrid, visto che in quel periodo la squadra veniva da un periodo particolare, ricordando quella notte prevale più il rammarico di non aver fatto di più o è stato fatto il massimo possibile?
Beh era sempre il Real Madrid, quindi la nostra partita l’abbiamo fatta e direi che è andata così e non credo che si potesse fare di più all’epoca”.

Foto da twitter – Articolo a cura di Marco Lanari – Sportpress24.com

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