Dopo il trionfo di Napoli la Lazio non si smentisce nella sua ordinaria (e ormai noiosa per i corsi e i ricorsi tra exploit e flop) follia ed ecco lo scivolone interno contro l’AZ Alkmaar nella gara d’andata degli ottavi di Conference League.
Nulla di compromesso, per carità, ma è ovvio che ci vorrà una Lazio ben diversa rispetto a quella vista nell’amaro martedì sera dell’Olimpico.
Cosa è cambiato da Napoli in soli 4 giorni? Applicazione ed intensità. E cinismo.
La Lazio non ha lesinato impegno, ed era pure passata in vantaggio al 18′ del primo tempo, con un bel gol dell’eterno Pedro, mettendo la gara in discesa.
E invece… Da quel momento i biancazzurri perdono la bussola e cominciano a regalare palloni sanguinosi nelle cosiddette “uscite dal basso”.
Da un controllo sussiegoso di Sergej nasce il pareggio dei tulipani rossi proprio alla fine del primo tempo. Peccato per la traversa dello stesso Milinkovic poco dopo, segno evidente di una serata storta che avrebbe riservato altre sorprese negative.
E difatti ecco il raddoppio olandese nel secondo tempo, preceduto e seguito da una serie di palle gol incredibilmente sciupate dai biancazzurri. E la frittatina è servita.
Se la Lazio vuole accampare speranze di passaggio del turno deve ritrovare lucidità e cattiveria sotto porta. L’1-2 finale non è una sentenza tombale.
La Lazio deve trovare la forza e la mentalità giuste per ottenere una qualificazione ancora in gioco. L’AZ è stato abile a sfruttare gli errori degli uomini di Sarri ed ha dimostrato di essere una buona squadra.
Ma sono troppi i demeriti, più dei meriti avversari, di questa Lazio che in Olanda avrà un solo scopo. Fare la Lazio. Quella vera.
Foto da Twitter – Articolo a cura di Carlo Cagnetti – Sportpress24.com
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