Nel mondo del calcio il cuore è rappresentato dal tifo. Sono tanti gli episodi di trasferte negate per via di comportamenti degli ultras anche nelle realtà minori. Ad esempio i tifosi della Fidelis Andria ci hanno messo di tempo a capire il motivo per il quale non sarebbero potuti andare a Messina. La vera spiegazione non è mai arrivata. Solamente alcune ipotesi ancora poco chiare. Accade lo stesso anche per Foggia-Juve Stabia, totalmente vietata ai residenti della provincia di Napoli. Stessa identica situazione per Taranto-Cerignola proibita per chi ha la residenza nella provincia di Foggia. Sono troppe le dinamiche che si vengono a creare blocchi ai tifosi ospiti per seguire le partite. Complicazioni di questo genere avvengono anche nel calcio professionistico di prima categoria, come ad esempio la SERIE A. Ma sembrerebbe che su tutto il territorio nazionale, la terza serie è quello che ne risente di più. Non è sicuramente un problema legato soltanto alla Lega Pro.
Il tifo e gli scontri
Uno dei motivi principali per cui il tifo in queste situazioni viene limitato, sono gli scontri. In realtà con queste circostanze il calcio non ha molto a che fare. E’ normale in alcuni casi andare incontro a provvedimenti per poter mettere in riga la situazione. Ma vivere in un mondo senza tifosi è come vivere in un quadro senza cornice. Basta ricordare il momento della pandemia in cui gli stadi erano silenziosi con l’assenza del pubblico, veramente un ricordo triste e di colore grigio. Quei lunghi mesi ci mancavano fortemente i sostenitori e ora? assistiamo a regole che impediscono alla loro partecipazione. La verità è che a molti divieti non c’è spiegazione. Il vero problema è impedire che certi eventi si svolgano senza i propri supporters. Lo stato può e deve punire la violenza, ma far partecipare chi è fuori da tutto questo. Gli stadi mezzi vuoti non piacciono a nessuno diciamoci la verità.
A cura di Beatrice Bezzi – Sportpress24.com