Dovremmo saccheggiare le iperbolii più azzardate e roboanti per descrivere le oltre 5 ore di gioco di un match che passerà alla storia del tennis, un semplice quarto di finale che diventa un romanzo epico da leggere e rileggere.
Alcaraz contro Sinner è la “summa” del tennis moderno e la maratona che ne è conseguita è lo spot più esemplificativo che si potesse produrre. Quasi impossibile in poche righe raccontare un poema come quello messo in atto sul campo centrale degli US Open. Ci proviamo, ma chiediamo scusa per le inevitabili omissioni di una gara che ha letteralmente lasciato senza fiato già dal primo punto del primo gioco del primo set. Un set vinto dallo spagnolo per 6-3, ma che Sinner ha interpretato bene.
E infatti l’equilibrio regnante porta a giocare nei due successivi set due tie break che Sinner porta nel suo carniere, il primo a 7, il secondo addirittura a 0. Qui si ha la sensazione che Sinner possa farcela. Ed è una sensazione giusta.
Nel quarto set il tennista azzurro ha la palla del match, sul 5-4 ma non riesce a convertirla e li Alcaraz vince la sua sfida. Dal 6-4 per Sinner si passa al 7-5 per Alcaraz. È l’inizio del trionfo per lo spagnolo che nel quinto set ha una maggiore consapevolezza di vincere rispetto all’italiano.
Il 6-3 finale è una sentenza amara per Sinner, arrivato ad un passo dalla semifinale. Per Alcaraz è il dolce viatico verso il primo posto della classifica mondiale, ora distante due gare e due vittorie. Ma più che I numeri di una sfida leggendaria, rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure di questo match stupefacente, l’essenza del tennis.
Uno sport che Sinner ed Alcaraz hanno trasformato in un poema di rara bellezza. Grazie ad entrambi.
Articolo a cura di Carlo Cagnetti – Sportpress24.com