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Tre italiani rapiti in Mali, sono Testimoni di Geova. Con loro anche un cittadino del Togo

Mali

Tre italiani e un cittadino del Togo sono sequestrati in Mali da degli “uomini armati”.

A riferirlo sono delle fonti locali citati dalla France Presse. Il rapimento sarebbe avvenuto ieri sera nel sud del Mali, più precisamente a Sinzina, nel distretto di Koutiala. Il gruppo sequestrato appartiene ai Testimoni di Geova.

Le notizie sono ancora sommarie, mentre la Farnesina ha reso noto “l’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri sta compiendo le dovute verifiche e accertamenti” e che “Il ministro Di Maio sta seguendo in prima persona l’evolversi della vicenda”.

Uno dei rapiti sarebbe un bambino (il figlio della coppia italiana, presumibilmente), secondo quanto riferisce lo stringer da Bamako, Serge Daniel, dell’Africa Express. “La notizia è stata confermata dopo attente verifiche”, dice il corrispondente.

“Stiamo facendo di tutto per ottenerne la liberazione”, ha detto una fonte della sicurezza maliana in forma anonima, scrive Afp. “Anche con contattti diplomatici”, aggiunge la stessa fonte.

La famiglia e il togolese sarebbero missionari Testimoni di Geova, ma  secondo l’Associazione dei Testimoni di Geova del Senegal, competente anche per il Mali, la coppia di italiani non era sul posto per conto del movimento religioso.

“Attualmente non abbiamo alcun missionario, alcun religioso, Testimone di Geova in Mali”, ha detto per telefono all’Ansa da Dakar un portavoce dell’Associazione.

La sede centrale della Congregazione dei testimoni di Geova in Italia aveva prima confermato che “non ci sono nostri missionari inviati in quel Paese”, non escludendo “che qualcuno a titolo personale sia andato in Mali per aiutare le comunità locali.

Ma noi non ne siamo a conoscenza, non abbiamo informazioni a riguardo”.

​La situazione in Mali

Sono anni che il Mali è una polveriera. Dal 2012 il Paese è teatro di attacchi compiuti da gruppi jihadisti legati ad Al-Qaeda e all’Isis, oltre che di violenze di ogni tipo perpetrate da milizie e banditi che si proclamano formazioni di autodifesa.

Questa violenza, iniziata nel nord nel 2012, si è estesa al centro, poi al vicino Burkina Faso e al Niger causando migliaia di morti tra civili e militari e centinaia di migliaia di sfollati, nonostante il dispiegamento di forze Onu, francesi e africane.

Un giornalista freelance francese di 47 anni che vive e lavora in Mali dal 2015, Olivier Dubois, è rapito nel Paese più di un anno fa.

Lui stesso ha annunciato il proprio sequestro in un video trasmesso sui social network il 5 maggio 2021: aveva spiegato di essere stato rapito l’8 aprile a Gao (nord) dal Gruppo di supporto per l’Islam e i musulmani (Gsim o Jnim), la principale alleanza jihadista del Sahel, legata ad Al-Qaeda e guidata dal leader tuareg maliano Iyad Ag Ghaly.

Il 13 marzo scorso era circolato sui social un video che mostra un uomo che sembra essere il giornalista francese e che si rivolge ai suoi parenti e al governo di Parigi.

Per qualsiasi informazione si può contattare l’Associazione dei Testimoni di Geova tramite il sito www.jw.org e sulla sezione Sala Stampa. 

Foto in Copertina da Twitter – Articolo a cura della Redazione – SportPress24.com

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