Lazio, alla ricerca del gioco (e del tempo) perduto…

Anche Proust si sarebbe annoiato nel vedere lo sciatto zero a zero dell’Olimpico tra una demotivata Lazio ed una barricadera squadra turca. Tutto da cancellare e nulla da salvare in una gara pareggiata da Sarri prima ancora di giocarla.

Mister, se devi vincere non puoi presentarti con una formazione così conservativa come quella di inizio match. Troppo timida, al limite del timor panico, e per di più contro un catenaccio stile anni Sessanta.

No, non poteva funzionare. E infatti il tempo passava e Terim, il furbo stratega turco, continuava a cantare la sua nenia ammaliante ad una Lazio dormiente. Gioco zero, come i tiri pericolosi verso Muslera, passaggi inutili all’indietro, una melina senza costrutto né idee.

questo sarebbe il sarrismo? Non scherziamo dai, c’è bisogno di tempo come ricorderebbe Proust. Un tempo, però, che non si riesce a capire quanto possa essere dilatato. Il non gioco visto nella più soporifera gara dell’era Sarri è davvero inquietante. Alla FINE, però, un dubbio sorprendente ci assale.

Ma veramente la Lazio voleva arrivare prima nel girone? In fondo due gare in più, magari col Barcellona o col Dortmund, potrebbero risultare più didascaliche e preziose che stare a guardare le stelle in cielo… “Per aspera ad astra” direbbe Lotito e allora che lo zero dell’Olimpico si trasformi in oro. Magari a febbraio…

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Foto di Claudio Pasquazi – Articolo a cura di Carlo Cagnetti – Sportpress24.com

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