L’Italia che ritrova il suo pubblico all’Olimpico scalda le mani ai 30 mila in tribuna con una prova coraggiosa, difensivamente molto intensa che solo nel finale ha ceduta ai ritmi più elevati di una Nuova Zelanda come sempre chirurgica nel gestire l’andamento del match in tutte le sue fasi.
Primo Tempo. Kick-off per gli All Blacks, che muovono subito palla sul doppio fronte a testare la linea difensiva azzurra, abile a reggere bene il primo urto e a mettere in difficoltà la costruzione al largo con una salita immediata. Al 5’ la prima mischia su introduzione italiana è ben controllata, sul breakdown si lotta e al minuto 8 l’Italia recupera un pallone che porta gli Azzurri a giocare con continuità nel cuore dei 22 ospiti. Al 12’ rimessa laterale in attacco, ma il lancio di Lucchesi è intercettato e l’azione sfuma riportando il gioco nella metà campo italiana. Gli All Blacks provano a costruire il proprio rugby, ma l’aggressività difensiva è notevole e rompe ritmo e linee di corsa alle maglie nere, che commettono la quarta penalità e regalano un nuovo possesso al XV di Crowley, nuovamente fermato illecitamente, con rimessa laterale che per la terza volta funziona però non a dovere. È la difesa la chiave del gioco azzurro in questa fase, ben disegnata in campo e con tempi giusti chiamati dalla coppia Varney-Garbisi per continuare a creare problemi all’attacco avversario. Primo quarto di gara con score congelato, al 25’ colpo in testa per Riccioni che esce per Ceccarelli, subito testato su una mischia chiusa a 10 metri dalla propria meta: test superato, l’Italia è reattiva e provoca l’ennesimo turn-over, ma al 27’ Christie sguscia da una mischia e dopo il check del TMO va a marcare la prima meta del pomeriggio, convertita da Mo’unga per il 7 a 0 che muove il punteggio. Passano tre minuti e i kiwis passano di nuovo: drive da rimessa laterale, difesa che non regge, disassamento sul lato sinistro e palla per Coles che plana oltre la linea: Mo’unga non perdona, 14 a 0. La reazione azzurra c’è, sul gioco aereo la pressione funzione e al minuto 37 Garbisi centra i pali da una trentina di metri centrali, 14 a 3. Sulla ripresa fallo italiano a terra, Mo’unga opta per la rimessa laterale e sul drive vincente è nuovamente Coles a toccare in meta per il 21 a 3 convertito dal numero 10 in maglia nera. La frazione si chiude con l’Italia in attacco, sul punto di collisione il fallo neozelandese dentro i 22 è facile occasione per il secondo penalty a segno di Garbisi che manda le squadre al riposo sul 6 a 21.
Secondo Tempo. Al rientro Italia subito ad attaccare, ma la rimessa laterale continua ad essere poco efficace vanificando il buon lavoro nel gioco a terra, mentre Ioane prova a muovere le gambe trovando metri, con difesa che però recupera. Al 48’ incursione rabbiosa per vie centrali, gli All Blacks trovano il fallo a favore e giocano una touche sui cinque metri italiani, ma la difesa sbroglia. Al 55’ fiammata degli Azzurra, che rubano palla e al piede guadagnano metri importanti, con ospiti costretti al fallo e Garbisi nuovamente preciso al minuto 57 per il parziale di 9 a 21. La pressione neozelandese aumenta, l’Italia resiste in trincea con un bel lavoro sul piano della lotta dentro i propri 22, ma al 62’ gli argini si rompono sull’accelerazione di Christie che taglia la linea verticalmente per l’assist vincente su Reece. Mo’unga prosegue il suo pomeriggio perfetto e il punteggio va sul 9 a 28, mentre Garbisi esce per un colpo lasciando a Canna il posto in cabina di regia. Sul calo fisico degli italiani, gli All Blacks alzano i ritmi trovando in rapida sequenza le mete di Aumua e di Sotutu, con Mo’unga infallibile per il 9 a 42 che apre gli ultimi 10 minuti di gara. L’Italia prova a tornare in campo nemico, ma lo sforzo difensivo si fa sentire sulle gambe e per la Nuova Zelanda non ci sono rischi particolari prima dell’ultima marcatura di Aumua, che con una doppietta personale fissa il 9 a 47 finale.
Articolo a cura di Stefano Ghezzi – Sportpress24.com