Lazio, uno stop logico nel percorso di costruzione intrapreso da Sarri

La Lazio perde male a san Siro contro un Milan invece in grande spolvero.

Sarri e tutta la squadra era chiamata a delle conferme dopo le due brillanti prove contro Empoli e Spezia. L’avversario di turno era di quelli tosti e tutti si aspettavano una Lazio altrettanto tosta ma così non è stato.

Mai entrata degnamente in partita, la squadra biancoazzurra si è lasciata ammaliare dal gioco del Milan che l’ha portata sul suo campo e l’ha costretta più volte alla sofferenza fino a capitolare alla fine del primo tempo con una delle azioni preferite dei rossoneri e cioè le sgroppate veloci, Leao in questo caso, accompagnate da compagni che creando superiorità numerica trovano sempre poi, il finalizzatore a rete.

Li la Lazio ha praticamente chiuso la sua speranza di rimettersi in partita, e solo l’errore dal dischetto di Kessie sempre sul finire del primo tempo, ha permesso alla Lazio di rientrare in campo nella ripresa con la possibilità di pareggiarla.

L’arbitro poi a un certo punto ci ha anche messo del suo ammonendo solamente un intervento di Bakayoko su Acerbi (vecchi veleni di due anni fa con la storia della maglia di Acerbi esposta come trofeo ai tifosi rossoneri?) che da tutti è stato giudicato palesemente da Rosso.

Anche il VAR con Mazzoleni, si è reso complice reo non richiamando l’arbitro ad una più approfondita valutazione attraverso le immagini. Era il 63° e con il Milan in 10 contro 11, la Lazio forse avrebbe potuto riprendere il risultato. Intanto l’arbitro facesse il suo espellendo il centrocampista rossonero, poi la Lazio avrebbe dovuto fare il suo sul campo. Il raddoppio di Ibrahimovic è stata l’ovvia conseguenza degli spazi che la Lazio lasciava alle scorribande di Hernandez, Leao, Diaz, Rebic, che a turno creavano sempre i presupposti per essere pericolosi davanti a Reina pur non creando molte occasioni da gol anzi…

Sarri lo aveva detto fin dal suo giorno di presentazione, “questo sarà un anno di costruzione dove non ci poniamo obiettivi, venga quel che venga”. Chiaro che il tecnico toscano non vuole certo lottare per la salvezza o per il entro classifica.

La costruzione passa sempre per piazzamenti d’alta classifica o quasi altrimenti le basi per poter continuare a costruire non si potranno mai creare. Sarri lo sa, ai propri giocatori dice tutto mentre all’esterno fa passare il messaggio del “venga quel che venga”.

Sarri dice ai suoi giocatori che sono forti e che questa squadra può competere con tutti a patto che….

A patto che si seguano i suoi dettami senza reminiscenze precedenti che per certi versi sono anche fisiologiche visto che per ben 4 anni si è giocato con un altro modulo e con un’altra mentalità. Ieri per stessa ammissione del tecnico, la squadra non ha fatto praticamente nulla o quasi, di ciò che si era studiato e preparato in settimana.

Il problema sta tutto qui, riuscire a riproporre tutto ciò che si è programmato nella settimana di preparazione alla partita, poi se l’avversario si dimostrerà più forte, amen, si perde. Ma si perde consapevoli di aver fatto ciò che bisognava fare.

Così invece si perde male e si perde con il grande rammarico di non aver saputo fare quello che si sarebbe dovuto fare. Ma è presto per le sentenze, siamo solo alla terza giornata e il “Sarrismo” ha bisogno di tempo. Diamo tempo al tempo quindi e manteniamo il giusto equilibrio nei giudizi sia positivi che negativi.

Questa Lazio saprà combattere per le zone alte, ancora un po’ di pazienza.

Articolo a cura di Rodolfo Casentini – Sportpress24.com

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