Nulla da fare. Il numero 1 al mondo Djokovic si sbarazza in 4 set di un buon Berrettini ma serviva l’optimum per approdare alle semifinali di Parigi, optimum che è stato raggiunto a tratti dal romano e non è bastato contro il cattivo e paziente serbo.
I primi due set scorrono via senza quasi accorgercene tanta è la facilità con cui Djokovic imbriglia le velleità di Matteo. Poi cambia qualcosa nel tennis del romano. Servizio più efficace e solidità negli scambi sono le componenti che consentono a Berrettini di vincere il terzo set in un tie break punto a punto.
La partita è riaperta ed ora la lotta si fa veramente dura anche per il numero 1. Sembra di stare un un’arena da corrida piuttosto che nella bella Paris. Il pubblico si infiamma e Nole si arrabbia. Il quarto set è sulla falsariga del precedente.
Molto equilibrio e tanta pressione sui due contendenti. Lo stadio viene svuotato per esigenze covid proprio sul più bello quando si è in perfetta parità. Al rientro Djokovic è tarantolato.
Prima del punto decisivo se la prende con qualcuno dei pochissimi rimasti in tribuna che lo ha disturbato nello scambio.
Matteo sembra impaurito e lì si decide il destino della partita. Il 7-5 suggella una vittoria da campione famelico ed onnivoro e Berrettini non può che prenderne atto.
Il numero 1 è ancora distante, non tanto per il gioco quanto per la mentalità, una mentalità che fa tutta la differenza del mondo.
Nole in semifinale e Matteo a casa, ma il suo torneo è da incorniciare. Come è da incorniciare il rendimento degli azzurri, capaci di entrare negli ottavi di Parigi con una schiera robusta.
Mai 3 italiani erano arrivati agli ottavi a Parigi. Il dato è davvero confortante e preconizza un tennis italiano protagonista per il futuro. La strada intrapresa è segnata ed è giusta. Insistere è una missione che può riportare il tennis italiano ai fasti degli anni d’oro.
Articolo a cura di Carlo Cagnetti – Sportpress24.com