Derby senza pubblico e di venerdì sera. Mai successo. Derby da 15 gennaio. Già successo. Ed è una storia che può essere, una delle tante del racconto tra la Lazio e la Roma.
La Roma, seconda per nascita e seconda per trofei vinti nella capitale calcistica, è stata testimone di quell’assolato 15 gennaio, anno 1989 : un ragazzo impunito e talentuoso, romano e laziale, decide di entrare nella porta principale del trionfo.
Come? Semplicemente con un gol di rara bellezza, un tiro al volo che uccella il portiere giallorosso Tancredi, un’azione che non si ferma nel gol ma prosegue, come una mirabile continuazione dell’estasi, in un’esultanza debordante, una corsa impetuosa sotto la mezza Curva Sud (c’erano dei lavori all’Olimpico per l’incipiente mondiale) con un indice rivolto agli impietriti tifosi romanisti.
Cosa voleva dire quell’indice? Lo stesso Giorgio Chinaglia sposò in seguito la storia che recitò cosi :
“La Lazio è altro rispetto alla Roma. Non siamo nati da una fusione o grazie ad un avvocato di Corropoli, provincia di Teramo Siamo nati a piazza della libertà nel 1900 dalla passione sportiva di ragazzi romani. Non siamo nati per volontà politica. Siamo orgogliosi di essere la prima squadra della Capitale. Voi avrete per sempre questo complesso d’inferiorita. Questo diceva l’indice. E quel derby vinto grazie al gol di un ragazzo romano è un po’ la summa della superiorità della Lazio.”
Un indice che viene da lontano, anche Giorgio Chinaglia qualche anno prima aveva ribadito il concetto…, un indice da tenere a mente quando si parla di derby.
Anche di questo che si andrà a giocare in uno stadio vuoto. Sei punti dividono le due squadre. Ma non è la classifica che conta.
Né il fatto meramente statistico che con la vittoria la Lazio rientrerà nella giostra Champions. Il Derby è Derby, e quell’indice è rimasto nella storia biancoceleste, ribadito ad ogni vittoria anche in quella dell’eterno 26 Maggio 2013. Quel dito che vuoi o non vuoi, fa parte anche della storia dei giallorossi…
Foto in copertina da Web