È il 16 ottobre 1966. Quinta giornata. Lo stadio è il monumentale San Siro di Milano, casa del diavolo. E in questa occasione il diavolo, versione cronometro, ci metterà lo zampino.
La giornata è plumbea tendente alla pioggia. Non ci sono buoni auspici per la Lazio. Ha iniziato male la stagione e tutti prevedono una sconfitta certa. E in effetti quando il mestrino Angonese, arbitro della contesa, fischia la fine il risultato dice 2-1 per il Milan.
Rosato e Rivera piegano una buona Lazio a cui non basta il gol di Bagatti. Risultato archiviato? Nemmeno per sogno perché incredibilmente l’arbitro, per un cattivo funzionamento del cronometro, fischia la fine con un paio di minuti di anticipo.
Questo particolare glielo fa notare l’allenatore biancoceleste Mannocci. Ma come riprendere? I giocatori erano già sotto la doccia, ma il regolamento parla chiaro. Si debbono giocare gli spiccioli rimanenti. L’arbitro ammette l’errore e richiama in fretta e furia tutti i contendenti che si ripresentano in campo direttamente dalle docce e con le teste zuppe.
La Lazio si schiera in campo “alla carlona” con Carosi, difensore, all’ala. Si riprende. E subito dopo è proprio lui che, vedendo lo scatto di Bagatti al centro dell’area, non ci pensa su due volte e scarica un assist degno del miglior Luis Alberto.
Bagatti stoppa la sfera e fa partire un bolide che si stampa all’incrocio dei pali, gonfiando la rete per la gioia indescrivibile dei 1000 laziali presenti.
È il 2-2. Pareggio nel terzo tempo. L’arbitro Angonese fischia la fine. Ed è proprio la fine. Da quel giorno i cronometri non sbaglieranno più a conteggiare il tempo.
Foto LazioWiki