In quella piovosa giornata di fine febbraio 1976, in pieni anni di piombo, ricordo tutto. Soprattutto quel gol de El gringo Clerici, vecchietto acquistato sul finire del mercato insieme a Boccolini per tacitare le richieste di mister Vinicio, che fece impazzire di gioia i 40.000 presenti inzuppato d’acqua ma felici.
Un tocco a porta vuota a 3 dalla fine che infiammo’ le gole dei presenti.
Una Lazio non da urlo ma che metteva in campo tutte le sue risorse fisiche e mentali. Una storia di calcio antico ancora bella da raccontare per chi c’era e per chi non c’era. Un brasiliano che segna su un campo pesantissimo è un ossimoro.
Ma si sa il calcio è il teatro delle illusioni e delle cose impossibili. Una caratteristica eterna dello sport più bello del mondo perché metafora delle nostre vite di tutti i giorni.
Foto Corriere dello Sport