Altra rimonta altra vittoria. La Lazio si avvinghia alla Juventus, reduce dalla solita vittoria senza patemi, e continua la marcia verso lo scontro diretto che deciderà lo scudetto. Contro il Toro di Cairo, emblema dell’a monte tutto e del blocco retrocessioni (e ne capiamo il motivo…), malgrado l’ostacolo arbitrale (rigore clamoroso negato a Milinkovic) e le difficoltà di una gara ad handicap, la Lazio sciorina il suo calcio artistico e vince con palese merito.
Stretto l’1-2 ma per questa Lazio è preferibile vincere difficile piuttosto che facile come fa la Juventus. Chissà cosa succederà ai bianconeri in caso di intoppi: d’altronde questo frullatore di campionato può riservarci sorprese dietro ogni gara e a 9 dalla fine niente è scontato. La Juventus è attesa da un derby super trappola, la Lazio da un Milan in forma. È chiaro che la missione della Lazio è una: restare in scia della corazzata. Ed è per questo che il sontuoso Luis Alberto sciorina il suo quattordicesimo assist per il ventinovesimo gol di Immobile.
Numeri da sballo per una squadra che si avvia a varcare il portone della storia. Parolo è vecchio dicevano i detrattori. Parolo è decisivo dice la realtà. Senza considerare i rosacortisti, paladini di una tesi smentita a più riprese dai fatti. E ora senza Immobile e Caicedo contro il diavolo rossonero? Nessun lamento. Questa Lazio ha insegnato che non si molla nulla. A prescindere dagli uomini in campo. E poi essere in missione per conto dello scudetto vorrà dire qualcosa no?